Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Terapie, farmaci e consigli Se è il dottor Google a prendersi cura di noi
Sono sempre di più le persone che scaricano applicazioni per poter monitorare la propria salute e i parametri vitali Da AIGkit a MyCyFAPP e PugliaSalute alcuni esempi della rivoluzione in atto: da pazienti siamo diventati utenti
Dalle abitudini alimentari al fitness, sino al monitoraggio vero e proprio dei parametri vitali, le app per la salute sono ormai entrate a far parte del quotidiano di milioni di persone di ogni età: uomini e donne che per il proprio benessere scelgono la via del download. Da «pazienti», affezionati al proprio medico di famiglia, gli italiani si stanno rapidamente trasformando in «utenti». In linea, questo va detto, con quanto avviene nel resto d’Europa e del mondo.
Che il ricorso a dottor Google sia ormai abituale lo dicono i dati: oggi un italiano su due ricerca attivamente informazioni relative alla salute. Fra questi, quasi la metà (circa 11milioni e 500 mila persone) usano strumenti e canali digitali per informarsi. Di qui il passo verso le app per la salute è breve.
Un possessore di smartphone su tre si dichiara interessato a scaricare app o utilizzare wearable (dispositivi indossabili) per monitorare i parametri vitali (pressione, battito cardiaco e così via) e gli stili di vita (ore di sonno, alimentazione, attività fisica, stress).
I temi di ricerca tramite web, sempre in fatto di salute, sono i più vari: ovviamente le più ricercate sono le informazioni legate alle malattie (addirittura il 78%) e alle possibilità di cura (il 62%). Seguono a ruota informazioni sui farmaci (45%), su medici e centri di eccellenza specializzati (36%).
Una larga fetta di utenti/ pazienti è poi interessata al più ampio concetto di benessere, quindi: stili di vita (59%), farmaci da banco (32%), integratori (35%). In questo senso le app per smartphone funzionano un po’ come dei catalizzatori e una premessa e d’obbligo: alcune sono vere e proprie bufale digitali, altre sono molto utili e possono veramente incidere sul benessere e sulla salute di chi le usa.
Molto particolare, perché dedicata ad una malattia rara, è l’applicazione AIGkit. Adatta a dispositivi iPhone e Android, quest’app guarda in maniera specifica a chi è colpito da malattia di Pompe. Tre gli obiettivi degli sviluppatori: in primo luogo aiutare i pazienti a gestire i problemi relativi alla malattia e ridurne il peso, quindi essere continuamente consapevoli della salute e della qualità della vita. In secondo luogo, fornire ai medici una traccia continua e ag- giornata della malattia in ogni paziente in tempo reale e le condizioni generali della vita di tutti i giorni. Da ultimo, ma non meno importante, raccogliere dati utili a migliorare la conoscenza della storia naturale di questa malattia rara. L’architettura dell’AppPensata per essere intuitiva e funzionale, l’applicazione offre quattro sezioni molto utili. La prima si chiama «conoscere la mia malattia» e contiene utili informazioni per i pazienti riguardanti le caratteri- stiche mediche della Malattia di Pompe: dalla diagnosi alla gestione.
Nella sezione «news» si possono trovare notizie flash sui problemi medici o sociali della malattia. Questa funzione si avvale della sincronizzazione tramite internet con i siti AIM e AIG. La sezione «la mia documentazione medica» è strutturata come un diario in cui il paziente può schedare le sue infusioni terapeutiche. Impostando la data della prima infusione l’app sincronizzerà e ricorderà le successive. Inoltre, cosa ancora più importante, raccoglie diversi dati sul suo stato di salute in un contesto reale. Nella sezione dedicata al «piano di allenamento motorio» si possono trovare tutti gli strumenti che servono a creare sessioni di allenamento mixando diversi esercizi.Come funzioni aggiuntive, nella home page ciascuno potrà trovare due voci molto importanti: «La mia linea di assistenza», che contiene i contatti dell’associazione AIG e indirizzi email per domande e supporto; e «I
I dati Il 78% cerca notizie sulle malattie, il 62% sulle possibilità di cura
miei numeri di emergenza», in cui attraverso un singolo bottone l’utente può chiamare il numero di cellulare che è stato preventivamente impostato o mandare un breve messaggio di servizio che mostra automaticamente la sua posizione geografica su Google Maps.
Vero e proprio progetto di cooperazione sul tema della terapia enzimatica sostitutiva è poi MyCyFAPP, che coinvolgerà un gruppo di esperti in varie discipline, provenienti da 7 paesi europei, per un totale di 12 organizzazioni comprendenti istituti di ricerca e università. L’obiettivo? Far sì che la terapia enzimatica sostitutiva sia gestibile da parte dei pazienti con fibrosi cistica e dalle famiglie.Visto che la maggior parte dei pazienti con fibrosi cistica soffrono di un’insufficienza legata alla mancata secrezione di enzimi pancreatici nel piccolo intestino. Questi pazienti devono quindi seguire la terapia enzimatica sostitutiva, che consiste nell’apporto di enzimi digestivi esogeni. Tuttavia, il dosaggio ottimale non è facile da stabilire, perché dipende dalle caratteristiche di ogni pasto e dalle condizioni individuali di ogni paziente. La ragion d’essere di questo progetto è proprio in questa necessità, sviluppare uno strumento efficace e scientificamente testato per colmare il gap esistente sul dosaggio della terapia enzimatica sostitutiva adatto a ciascun paziente.
Diverso il concept dal quale nasce l’app PugliaSalute, esempio di come il servizio sanitario pubblico possa essere più vicino all’utenza grazie ad un click. Voluta dalla Regione, PugliaSalute permette di consultare le principali informazioni sulle strutture del Servizio sanitario regionale e utilizzare alcuni servizi on-line.
Grazie a questa app è possibile anche disdire una prenotazione, pagare il ticket, trovare le farmacie di turno, le guardie mediche e i punti di primo soccorso più vicini, individuare la posizione e consultare le informazioni utili di tutte le strutture sanitarie regionali.
Interessante la funzione che permette di leggere le news di tutte le aziende sanitarie, direttamente dallo smartphone o dal tablet.
Dopo aver scaricato l’app e aver accettato le condizioni di utilizzo si accede immediatamente ad una home page semplice e intuitiva. Grazie alla geolocalizzazione con un semplice tocco del dito sullo smartphone si possono trovare in un attimo le strutture di continuità assistenziale, classificate in base alla distanza, con tanto di indirizzo e numero di telefono.
Un esempio molto concreto di come la tecnologia, in maniera semplice ed efficace, possa aiutare i cittadini e razionalizzare l’uso delle risorse pubbliche. Una best practice che sarebbe bene riproporre anche in altre regioni d’Italia, dove spesso è difficile anche solo tentare di prenotare un esame o una visita ambulatoriale. Ma questo è un altro discorso.