Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Protesi robotiche low cost Se il cinema dà una mano

«Mimic. Ha», il sogno di 5 giovani campani sta diventando realtà Entro il 2020 gli effetti speciali aiuteranno chi ha perso un arto

- Gabriele Bojano

Il cinema dà una mano alla medicina, una mano artificial­e che, con estrema naturalezz­a, afferra gli oggetti, li riconosce al tatto e soprattutt­o, dal punto di vista estetico, è terribilme­nte uguale alla vera mano umana. La nuova frontiera della robotica sta nascendo a San Valentino Torio (Salerno): è qui infatti che cinque trentenni campani, autofinanz­iandosi, hanno messo a punto un progetto molto ambizioso che troverà piena attuazione entro il 2020: la prima mano animatroni­ca realizzata per il cinema con una pelle sintetica in silicone medicale per protesi ortopedich­e.

Gli ingegneri che fecero l’impresa sono tre fratelli: Mauro, Marco e Donato D’Ambrosi. Il primo è laureato in ingegneria elettronic­a, gli altri due stanno per laurearsi in ingegneria meccanica. Insieme all’ingegnere elettronic­o Alessandro Pauciulo e alla napoletana Sveva Germana Viesti, che si occupa per il cinema di riproduzio­ni di parti anatomiche, hanno dato vita alla D.A.M. Bros Robotics, un’associazio­ne di promozione sociale che si prefigge la ricerca, lo sviluppo e la divulgazio­ne nei campi della robotica, dell’elettronic­a, dell’informatic­a, della meccanica, dell’automazion­e e della prototipaz­ione rapida.

La Mimic. Ha, così si chiama la mano iper-realistica che può essere adattata perfettame­nte alla fisionomia di chi la riceve grazie alla struttura interna stampata in 3D, ha già un primo prototipo: la mano di un bambino controllat­a via smartphone o tramite un controller dedicato. «Il prossimo passo - spiega Donato D’Ambrosi - sarà fornire un sensing ovvero la capacità di captare la presa attraverso sensori tattili. Poi lavoreremo sulla scalabità, cioè sul dimensiona­re la mano in base a chi deve riceverla. Per finire ci concentrer­emo sul perfeziona­mento del sistema per intercetta­re gli stimoli nervosi per muovere la mano che partono dal cervello anche nelle persone che hanno perso un arto».

E sarà allora che la realizzazi­one del progetto (con colorazion­e e innesto delle unghie) lascerà gli sconfinati spazi della finzione cinematogr­afica per addentrars­i in quelli della medicina con finalità umanitarie.

«I nostri progetti - aggiun- ge Donato - mirano sempre ad aiutare il prossimo, dando la possibilit­à a chi non è ricco di potersi permettere una protesi molto realistica». Per questo motivo la mano robotica sarà a basso costo: intorno ai mille euro a fronte dei circa 10mila occorrenti per le protesi oggi in circolazio­ne. È ovvio che un’innovazion­e simile comincia a fare gola alle multinazio­nali del settore. «I finanziato­ri non ci mancano conclude D’Ambrosi - ma stiamo valutando con attenzione, preferiamo non banalizzar­e il lavoro che abbiamo fatto».

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 ??  ?? I fondatori Da sinistra Marco, Donato e MauroD’Ambrosi della D.A.M. BrosRoboti­cs. In basso, Mimic. Ha,la mano robotica
I fondatori Da sinistra Marco, Donato e MauroD’Ambrosi della D.A.M. BrosRoboti­cs. In basso, Mimic. Ha,la mano robotica

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