Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Il tifo non odia» Juve-Napoli è già iniziata nel segno della pace

- Luca Marconi

NAPOLI «Mamma Antonella» solo l’altro giorno ha trovato in una vecchia borsa un bigliettin­o infilatole di nascosto, presumibil­mente nei giorni terribili dell’agonia del figlio Ciro al Gemelli di Roma, da un tifoso gialloross­o. «Un biglietto meraviglio­so», racconta Antonella Leardi, «ci aveva scritto che lui non si identifica in quel che è successo a mio figlio, “sono disperato, dispiaciut­o, io non avrei mai fatto qualcosa del genere seguendo la mia squadra in trasferta”».

Antonella è ormai testimonia­l, suo malgrado, di tutte le iniziative «per la pace nello sport» e con questo slogan è stato presentato ieri Il tifo non odia, primo di una serie di video che verranno lanciati sui social network «per ricordare a tutti che dopo la rivalità sportiva c’è il rispetto reciproco». Quattro tifosi partenopei sono insieme a guardare Napoli-Juve in tv, ma uno di loro sotto la casacca azzurra indossa una maglia bianconera e la bacia soltanto in bagno, dove si rifugia per esultare per un goal. Gli altri lo scoprirann­o ma finirà bene. L'idea dell’umorista napoletano Lino Barbieri, celebre anni fa per l’imitazione di Maradona, è realizzata assieme ad Angelo Pisani, avvocato del Pibe, col fratello Sergio ed un altro legale ma juventino, Maurizio Zuccaro. «E’ nata quando mi sono accorto che sul web girano troppi video che incitano all'odio e alla violenza tra tifoserie avversarie. Abbiamo allora preso una rivalità-simbolica, Napoli-Juve, per tentare di far capire a tutti che ognuno ha il dovere di rispettare l'avversario, sperando che un giorno tutti i tifosi possano seguire la propria squadra del cuore in trasferta senza divieti o preoccupaz­ioni». Napoli, ha aggiunto Pisani, «deve vincere anche sul campo dei valori. È bello vedere tifoserie avversarie che si abbraccian­o e dobbiamo impegnarci sul web sostituend­o video di violenza con valori e amicizia. Abbiamo puntato sulle immagini per coinvolger­e le scuole». Impegno sottoscrit­to da Antonella, la madre del ragazzo ferito mortalment­e a Roma prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina dall’estremista di destra Daniele De Santis, condannato in via definitiva: «Il calcio, l’amore per la sport, mi hanno portato via un figlio. Una cosa orribile, inaudita e dal primo momento non ho mai voluto che la memoria di Ciro venisse rimossa perché non si ripetesser­o episodi del genere. Ho appena incontrato i ragazzi di un istituto alberghier­o e continuerò ad andare nelle scuole nonostante non abbia avuto appoggio dalle istituzion­i e dallo Stato mi sono impegnata da sola, sono stata anche accusata di agire a fini di lucro ma non importa, ho messo a disposizio­ne la mia vita per dire che il tifo è altro». «Io faccio il tifo per la Juve e i miei figli per il Napoli e allo stadio ci sfottiamo a vicenda divertendo­ci un mondo» dice infine Zuccaro: «I criminali che si infiltrano nelle tifoserie sono criminali, punto, con lo sport non c’entrano nulla». Seguiranno allora altri video per tutte le maglie della serie A.

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