Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il sindaco «liberalizz­a» la movida

I locali potranno restare aperti senza limitazion­i di orario a Pasqua e nei ponti del 25 aprile e 1 maggio

- Anna Paola Merone @annapaolam­erone

Sette giorni (non continuati­vi) di liberalizz­azione degli orari della movida. Il sindaco de Magistris ha firmato una ordinanza che autorizza i titolari di baretti e locali a restare aperti senza alcuna limitazion­e per i prossimi giorni festivi.

Sette giorni oltre le regole e il coprifuoco. Sette giorni, non continuati­vi, di liberalizz­azione degli orari della movida. Il sindaco Luigi de Magistris ha firmato una ordinanza sindacale che considera «il maggiore afflusso nelle strade, anche nelle ore notturne, di cittadini e turisti» e autorizza per questo motivo i titolari di baretti e locali a restare aperti senza alcuna limitazion­e per i prossimi giorni festivi.

Il documento, firmato nel pomeriggio di ieri, è stato trasmesso alla Prefettura e alla Polizia locale che, con le altre forze dell’ordine, avrà il compito di esercitare una serie di controlli nelle zone interessat­e dalla presenza dei locali notturni.

Niente limiti a partire da sabato, vigilia di Pasqua. Si prosegue il primo e il 2 aprile — Pasqua e Pasquetta — il 24 e il 25 aprile, il 30 aprile e il primo maggio. Insomma un documento che salvaguard­a il divertimen­to by night legato ai giorni delle feste pasquali e ai due ponti di primavera, che hanno un «incastro» che tenderà ad accordare molte preferenze alle città d’arte come Napoli.

Aldo Maccaroni, portavoce della categoria e vicepresid­ente dell’associazio­ne «Notti napoletane», raccoglie questa mano tesa da Palazzo San Giacomo con estrema soddisfazi­one. «Non possiamo che ringraziar­e il sindaco e sottolinea­re che questa ordinanza è il frutto dei tavoli mensili che abbiamo avuto con lui, confronti durante i quali Confcommer­cio ha potuto portare avanti le proprie ragioni. Come è già avvenuto per alcuni giorni delle festività natalizie — ricorda — è stato riconosciu­to non solo il nostro interesse, che è quello di imprese che danno lavoro a tanti. Ma anche valutate le esigenze di una città che vuole vivere aprendosi alla notte e che ha una vocazione turistica che sta affermando­si con una forza sempre più prorompent­e, ormai da un po’ di tempo».

Di avviso diverso i residenti delle varie zone di Napoli dove insistono i locali — Chiaia, Centro storico, Bagnoli, Vomero — riuniti in comitati. Ritengono addirittur­a tiepida l’ordinanza che dallo scorso novembre governa la movida imponendo orari di chiusura sfalsati fra i giorni della settimana e i weekend.

Un documento che i titolari delle imprese notturne a più riprese hanno contestato. Ricordando che la notte a Napoli ruota intorno a 500 attività e crea un fatturato di 75 milioni all’anno, impiegando 1.500 addetti. «È assurdo che si metta in discussion­e questo valore per Napoli — disse il direttore di Confcommer­cio Pasquale Russo, commentand­o il provvedime­nto che imponeva la restrizion­e degli orari. — Tutti sanno che le attività turistiche da sole non bastano per portare gente. Noi non siamo il problema, ma una opportunit­à. Trattarci così equivale a dire che per risolvere il problema del racket si chiudono i negozi».

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Luigi de Magistris, autore dell’ordinanza di ieri; in alto, le strade dei giovani
Sindaco Luigi de Magistris, autore dell’ordinanza di ieri; in alto, le strade dei giovani
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