Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ancora contestazi­oni a De Luca La replica: «Basta comitatism­o»

Il governator­e pronto al rimpasto per rilanciare l’azione dell’esecutivo di Palazzo Santa Lucia Il filosofo Maffettone commissari­o della Fondazione Giordano Bruno: «Deve funzionare»

- Simona Brandolini

NAPOLI Non c’è pace per Vincenzo De Luca. «Non ci scappi», più che una promessa è una certezza ormai. Visto che gli attivisti di Stop biocidio lo hanno raggiunto anche l’altra sera a teatro. Al Politeama, per l’esattezza, dove il governator­e ha deciso di andare all’ultimo minuto utile, dicono i suoi. Ma s’è ritrovato il sacchetto anche lì. Con tanto di video postato sulla pagina facebook: «Una seratina a teatro era l’ideale per il presidente, per distrarsi dopo un weekend così stressante per lui. Peccato che il tempo di andargli a fare un saluto e portargli una sacchetta lo abbiamo trovato anche oggi. Dopo tutto lo abbiamo promesso: fino a quando non avremo risposte saremo il suo incubo, governator­e». che questa politica sta toccando pesantemen­te? Non tutto quello che si muove è effervesce­nza democratic­a. Vorrei fare un dibattito pubblico senza timori di squadrismo. È impossibil­e». E sulla politica di de Magistris: «La clientela è oggi anche regalare alloggi pubblici». Sta diventando un problema e non da poco. E giusto per rimanere in tema annus horribilis arriva anche l’ultimo sondaggio della Swg sul gradimento dei governator­i. Che è poi lo specchio del voto del 4 marzo. I cittadini bocciano Vincenzo De Luca (25 per cento ) e premiano il veneto leghista Luca Zaia (56 per cento).

Insomma la fase due, come anticipato ieri dal Corriere del Mezzogiorn­o, è sempre più una necessità. Gli ultimi rumors di palazzo danno anche un altro assessore in bilico (oltre a Lepore, Angioli e Palmeri): Valeria Fascione titolare dell’Innovazion­e. E la prima novità riguarda Sebastiano Maffettone che, con Nicola Sarnataro, è stato nominato commissari­o per la verifica della situazione della Fondazione «Giordano Bruno». Voci raccontano anche di una sua fuga da consiglier­e per la cultura di De Luca. Per ora dice il filosofo: «Non ne ho intenzione, poi si vedrà». E aggiunge sul nuovo incarico: «Una volta capita la situazione, come è messa la Fondazione, penso ad un rilancio con nomi come Aldo Masullo, Nuccio Ordine, Giulio Giorello. Dovrebbe diventare un luogo di studio per giovani intellettu­ali. Ma o esiste e funziona o non esiste proprio». Spiega il professore. Quanto a De Luca due sono i nodi da sciogliere: burocrazia e comunicazi­one. Senza tralasciar­e il rapporto con i consiglier­i regionali che, al di là dei fedelissim­i, non lo difendono, non fanno quadrato, né gioco di squadra. La sensazione è di una barca in alto mare, per ora. O evita l’iceberg o va a fondo.

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