Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Aziende alimentari: è boom Napoli vola con le tecnologie

In Campania oltre 7 mila imprese, 3 mila solo nel capoluogo Più garanzie per i consumator­i. In calo l’uso dei prodotti chimici

- di Salvatore Avitabile Valeria Paradiso (Anticimex Italia) Il comparto ha posto la salute dei cittadini al centro della filiera

NAPOLI

In sette anni, dal 2010 al 2017, in Campania l’industria manifattur­iera ha fatto registrare una flessione delle imprese attive del 6,5 per cento. Ma l’industria alimentare è in controtend­enza: cresce e, per numero di aziende, è al secondo posto a livello nazionale (preceduta solo dalla Sicilia), superando anche le realtà del Nord, come Lombardia e Veneto. Ma c’è un altro aspetto che «fotografa» il successo del comparto campano: le 7.130 industrie alimentari di Napoli e delle altre province sono una garanzia per i consumator­i perché sono aumentati del 15 per cento gli interventi di controllo e monitoragg­io dei roditori e del 187% le richieste di servizi con tecnologie innovative con un calo dell’uso dei prodotti chimici. L’analisi è stata elaborata da Anticimex, azienda specializz­ata nel Pest Management e nei servizi di igiene ambientale, sui dati Infocamere-Movimprese e interni.

Valeria Paradiso, responsabi­le tecnico di Anticimex Italia, spiega: «Negli ultimi anni il settore alimentare ha confermato il suo ruolo strategico per il Paese, ponendo sempre più la salute del consumator­e al centro della propria filiera. Questo grazie a una normativa più stringente che non solo obbliga le aziende ad adottare un metodo di autocontro­llo per identifica­re e neutralizz­are i rischi possibili durante la produzione di un alimento, tra cui la presenza di infestanti, ma ha anche regolament­ato l’uso dei prodotti chimici facendo in modo che vengano utilizzati solo se strettamen­te necessari ed in maniera mirata. Le nuove tecnologie hanno un ruolo chiave per ridurre l’uso di questi prodotti, con un notevole vantaggio per la salute e per l’ambiente». Ma andiamo con ordine. A livello nazionale la Campania è al seper condo posto con 7.130 imprese (fa meglio solo la Sicilia con 7.447) con un incremento dell’1,3% rispetto al 2016. Rispetto al 2010, inoltre, ha fatto registrare una crescita del 5,6 cento. La Campania va meglio di Lombardia (5.982 imprese), Emilia Romagna (4.665), Piemonte (3.872), Lazio (3.804), Veneto (3.315), Toscana (2.960). Rispetto alla Campania tutte le altre regioni sono in calo. A livello provincial­e, invece, Napoli primeggia con 3.087 aziende alimentari (con un aumento dell’1,7% rispetto al 2016). A Salerno le attività sono 1.786 (incremento dello 0,3%), Caserta 1.072 (+ 2%), Avellino 673 (+2,6). In calo solo Benevento con 512 aziende alimentari (flessione dell’1%). «È un comparto, quello alimentare, in cui l’attenzione verso il consumator­e è sempre più alta: da un lato aumentano gli interventi di controllo e monitoragg­io dei roditori (+15%), che possono causare danni alle aziende e problemi di salute ai consumator­i, dall’altro cala l’uso di prodotti chimici grazie a una normativa più stringente e all’uso di tecnologie “intelligen­ti”», spiegano dalla società Anticimex,

Sul fronte della sicurezza alimentare, dunque, in Campania è cresciuta l’attenzione delle aziende del settore sul tema della sicurezza e dell’igiene ambientale. Nel 2017, infatti, gli interventi eseguiti contro i roditori che, oltre a essere portatori di malattie, possono anche provocare perdita di prodotto, danni agli impianti e di reputazion­e, sono aumentati del +15% rispetto all’anno precedente, un dato superiore alla media nazionale (+11%). Le imprese più «virtuose» sono quelle della provincia di Caserta (+43%) e Napoli (+20%). Aumentano gli interventi, seppur con valori percentual­i inferiori, anche ad Avellino (+11%) e Salerno (+8%), mentre sono in leggero calo a Benevento. Ma ad aver registrato nel 2017 il «boom» maggiore sono le richieste di intervento con l’impiego di nuove tecnologie (+187% sul 2016), che permettono di ridurre l’utilizzo di prodotti chimici e di rispettare l’ambiente.

Il confronto

In otto anni crescita del 5,6 per cento A livello nazionale solo la Sicilia fa meglio

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