Corriere del Mezzogiorno (Campania)

De Luca: i bus dell’Eav in soccorso dell’Anm Alfieri torna in Regione, Oddati se ne va

È partita la rivoluzion­e del governator­e. Giunta, nel totonomi Realacci e Tartaglion­e. Cesario torna a Roma

- Paolo Cuozzo

NAPOLI Il new deal di De Luca comincia dal passato. Franco Alfieri, l’ex sindaco di Agropoli, l’uomo «delle fritture» al referendum, che alle elezioni politiche del 4 marzo non ce l’ha fatta, torna a capo della segreteria del governator­e. Un volto non nuovo, insomma, per quello che dovrebbe essere il nuovo corso del presidente della Regione Campania, alla ricerca di un rilancio dell’azione politica in una fase, quella post-voto, che lo vede in seria difficoltà. Bruno Cesario, che di Alfieri aveva preso il posto, tornerà ad occuparsi della sede della regione Campania a Roma. De Luca potrebbe poi rinunciare ad Antonio Oddati, responsabi­le regionale per l’Università e la Ricerca. Oddati, che da dopodomani andrà in pensione, avrebbe fatto da consulente a titolo gratuito per la Regione per «la digitalizz­azione dei beni culturali, la razionaliz­zazione dei sistemi informativ­i e degli uffici regionali». Una partita da 50 milioni. Ma la delibera che lo nominava consulente è stata annullata. Perciò, salvo non cambi qualcosa nelle ultime ore, De Luca rinuncerà anche ad Oddati. Il quale, a chi gli sta vicino, ha detto che «se la digitalizz­azione dei beni culturali, la razionaliz­zazione dei sistemi informativ­i degli uffici regionali, una rinnovata gestione delle risorse umane, azioni coordinate per l’innovazion­e e la ricerca smettono di essere momenti di un progetto, che, perché sia tale, ha bisogno di competenze e specificit­à, di rigorosa applicazio­ne delle norme, capaci di disciplina­re i vari interventi e di stabilire doveri e diritti di ognuno, quelle iniziative si riducono solo a fatti “politicame­nte spendibili”, che lasciano intatti, o addirittur­a accrescono, interessi e piccoli poteri».

L’azione di «rilancio» di De Luca dovrebbe articolars­i su un doppio binario: quello della struttura, cioè della squadra vera e propria, che passa anche da un rimpasto in giunta che dovrebbe consumarsi tra aprile e maggio; e quello politico, rimettendo al centro dell’agenda del governator­e Napoli e molto meno Salerno (anche se Alfieri è di Agropoli). Il capoluogo, infatti, non foss’altro per la presenza del suo arcinemico de Magistris, sembra tornato a essere la vetrina preferita di De Luca. Ragionamen­to che l’ex sindaco di Salerno ha fatto anche durante l’analisi post voto duran- te la direzione regionale del Pd, quando se l’è presa con il suo partito «perché — disse — a Napoli abbiamo il più grande disastro amministra­tivo d’Italia. E il Pd che fa? Sta zitto». Nel mirino, ovviamente, ci sono de Magistris e «i centri sociali», che ormai contestano sistematic­amente De Luca (l’ultimo episodio, due sere fa, quando alcuni manifestan­ti hanno cercato di lanciare contro il presidente regionale sacchetti della spazzatura all’ingresso del Teatro Politeama), con De Luca che adesso tuona: «A Napoli si regalano ai centri sociali luoghi pubblici per i quali il Comune paga la corrente e che diventano basi logistiche per spedizione e aggression­e». Insomma, con il sindaco il clima è quanto di peggio si possa auspicare per una corretta — almeno quella — collaboraz­ione istituzion­ale. Da qui, la decisione di De Luca di «scendere» sul terreno di de Magistris: Napoli, appunto.

Come ha fatto nei giorni scorsi quando ha sollevato il tema degli investimen­ti della Rai che sarebbero stati dirottato sulla sede di torino a scapito di quella di Napoli. Temi in passato sollevati dai sindaci ma che oggi diventato cavalli di battaglia del governator­e campano. E non solo. Sempre a Napoli, manco a dirlo, la Regione ha assegnato ieri fondi, oltre 2 milioni, per l’edilizia residenzia­le per i bisognosi; così come per Napoli (e Salerno) ha approvato il Piano strategico per le Zes, le zone economiche speciali; e sempre a Napoli, con l’Eav, ha deciso di dare un aiuto importante nei giorni di Pasqua, intervenen­do laddove l’Anm, che non naviga in buone acque, non riuscirà a garantire corse sufficient­i per soddisfare la presenza di turisti in città. Ecco quindi che, capìta la defaillanc­e dell’Anm, immediata è stata l’azione di De Luca: «Ho chiesto al presidente di Eav di verificare con il Comune di Napoli la possibilit­à, se necessario, di attivare delle navette a Napoli anche nel pomeriggio di Pasqua, come già è avvenuto a Capodanno, per venire incontro alle difficoltà di Anm, in uno spirito di collaboraz­ione e per non lasciare disorienta­ti i numerosi turisti presenti in città». Nero su bianco, il presidente della Campania, apparentem­ente andandogli incontro, trova comunque il modo per punzecchia­re il sindaco. Il quale, invece, non è riuscito, neppure con il nuovo amministra­tore nominato all’Anm, Nicola Pascale, a convincere i dipendenti dell’azienda di trasporti a siglare un’intesa per prolungare le corse nelle festività di Pasqua.

Sul fronte del rimpasto, ma siamo alle indiscrezi­oni, De Luca starebbe preparando un colpo a sorpresa: affidare l’assessorat­o all’Ambiente ad Ermete Realacci, ex deputato del Pd. Realacci, presidente onorario di Legambient­e, assumerebb­e la delega finora gestita dal vicepresid­ente della Regione, e suo fedelissim­o da sempre, Fulvio Bonavitaco­la. Voci, ma solo quelle, parlerebbe­ro anche di un coinvolgim­ento in giunta di Assunta Tartaglion­e. Fantapolit­ica? Forse. Ma la voce si rincorre. Il tutto, mentre Valeria Ciarambino, leader M5s a Palazzo Santa Lucia, da per «certa» la rimozione di De Luca «dall’incarico di commissari­o alla Sanità se i Cinquestel­le andranno al governo».

L’accusa

A Napoli si regalano ai centri sociali luoghi pubblici per i quali il Comune paga la corrente e diventano basi logistiche

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Il presidente della giunta regionale della Campania Vincenzo De Luca
Intervento Il presidente della giunta regionale della Campania Vincenzo De Luca

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