Corriere del Mezzogiorno (Campania)
De Luca: i bus dell’Eav in soccorso dell’Anm Alfieri torna in Regione, Oddati se ne va
È partita la rivoluzione del governatore. Giunta, nel totonomi Realacci e Tartaglione. Cesario torna a Roma
NAPOLI Il new deal di De Luca comincia dal passato. Franco Alfieri, l’ex sindaco di Agropoli, l’uomo «delle fritture» al referendum, che alle elezioni politiche del 4 marzo non ce l’ha fatta, torna a capo della segreteria del governatore. Un volto non nuovo, insomma, per quello che dovrebbe essere il nuovo corso del presidente della Regione Campania, alla ricerca di un rilancio dell’azione politica in una fase, quella post-voto, che lo vede in seria difficoltà. Bruno Cesario, che di Alfieri aveva preso il posto, tornerà ad occuparsi della sede della regione Campania a Roma. De Luca potrebbe poi rinunciare ad Antonio Oddati, responsabile regionale per l’Università e la Ricerca. Oddati, che da dopodomani andrà in pensione, avrebbe fatto da consulente a titolo gratuito per la Regione per «la digitalizzazione dei beni culturali, la razionalizzazione dei sistemi informativi e degli uffici regionali». Una partita da 50 milioni. Ma la delibera che lo nominava consulente è stata annullata. Perciò, salvo non cambi qualcosa nelle ultime ore, De Luca rinuncerà anche ad Oddati. Il quale, a chi gli sta vicino, ha detto che «se la digitalizzazione dei beni culturali, la razionalizzazione dei sistemi informativi degli uffici regionali, una rinnovata gestione delle risorse umane, azioni coordinate per l’innovazione e la ricerca smettono di essere momenti di un progetto, che, perché sia tale, ha bisogno di competenze e specificità, di rigorosa applicazione delle norme, capaci di disciplinare i vari interventi e di stabilire doveri e diritti di ognuno, quelle iniziative si riducono solo a fatti “politicamente spendibili”, che lasciano intatti, o addirittura accrescono, interessi e piccoli poteri».
L’azione di «rilancio» di De Luca dovrebbe articolarsi su un doppio binario: quello della struttura, cioè della squadra vera e propria, che passa anche da un rimpasto in giunta che dovrebbe consumarsi tra aprile e maggio; e quello politico, rimettendo al centro dell’agenda del governatore Napoli e molto meno Salerno (anche se Alfieri è di Agropoli). Il capoluogo, infatti, non foss’altro per la presenza del suo arcinemico de Magistris, sembra tornato a essere la vetrina preferita di De Luca. Ragionamento che l’ex sindaco di Salerno ha fatto anche durante l’analisi post voto duran- te la direzione regionale del Pd, quando se l’è presa con il suo partito «perché — disse — a Napoli abbiamo il più grande disastro amministrativo d’Italia. E il Pd che fa? Sta zitto». Nel mirino, ovviamente, ci sono de Magistris e «i centri sociali», che ormai contestano sistematicamente De Luca (l’ultimo episodio, due sere fa, quando alcuni manifestanti hanno cercato di lanciare contro il presidente regionale sacchetti della spazzatura all’ingresso del Teatro Politeama), con De Luca che adesso tuona: «A Napoli si regalano ai centri sociali luoghi pubblici per i quali il Comune paga la corrente e che diventano basi logistiche per spedizione e aggressione». Insomma, con il sindaco il clima è quanto di peggio si possa auspicare per una corretta — almeno quella — collaborazione istituzionale. Da qui, la decisione di De Luca di «scendere» sul terreno di de Magistris: Napoli, appunto.
Come ha fatto nei giorni scorsi quando ha sollevato il tema degli investimenti della Rai che sarebbero stati dirottato sulla sede di torino a scapito di quella di Napoli. Temi in passato sollevati dai sindaci ma che oggi diventato cavalli di battaglia del governatore campano. E non solo. Sempre a Napoli, manco a dirlo, la Regione ha assegnato ieri fondi, oltre 2 milioni, per l’edilizia residenziale per i bisognosi; così come per Napoli (e Salerno) ha approvato il Piano strategico per le Zes, le zone economiche speciali; e sempre a Napoli, con l’Eav, ha deciso di dare un aiuto importante nei giorni di Pasqua, intervenendo laddove l’Anm, che non naviga in buone acque, non riuscirà a garantire corse sufficienti per soddisfare la presenza di turisti in città. Ecco quindi che, capìta la defaillance dell’Anm, immediata è stata l’azione di De Luca: «Ho chiesto al presidente di Eav di verificare con il Comune di Napoli la possibilità, se necessario, di attivare delle navette a Napoli anche nel pomeriggio di Pasqua, come già è avvenuto a Capodanno, per venire incontro alle difficoltà di Anm, in uno spirito di collaborazione e per non lasciare disorientati i numerosi turisti presenti in città». Nero su bianco, il presidente della Campania, apparentemente andandogli incontro, trova comunque il modo per punzecchiare il sindaco. Il quale, invece, non è riuscito, neppure con il nuovo amministratore nominato all’Anm, Nicola Pascale, a convincere i dipendenti dell’azienda di trasporti a siglare un’intesa per prolungare le corse nelle festività di Pasqua.
Sul fronte del rimpasto, ma siamo alle indiscrezioni, De Luca starebbe preparando un colpo a sorpresa: affidare l’assessorato all’Ambiente ad Ermete Realacci, ex deputato del Pd. Realacci, presidente onorario di Legambiente, assumerebbe la delega finora gestita dal vicepresidente della Regione, e suo fedelissimo da sempre, Fulvio Bonavitacola. Voci, ma solo quelle, parlerebbero anche di un coinvolgimento in giunta di Assunta Tartaglione. Fantapolitica? Forse. Ma la voce si rincorre. Il tutto, mentre Valeria Ciarambino, leader M5s a Palazzo Santa Lucia, da per «certa» la rimozione di De Luca «dall’incarico di commissario alla Sanità se i Cinquestelle andranno al governo».
L’accusa
A Napoli si regalano ai centri sociali luoghi pubblici per i quali il Comune paga la corrente e diventano basi logistiche