Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Non c’è soltanto il caffè Per i pazienti bisognosi ecco il «ticket sospeso»

Frattamagg­iore, gara di solidariet­à in uno studio medico

- Angelo Agrippa

Dopo il caffè, ecco anche

NAPOLI il ticket sanitario sospeso. Ovvero, come con un piccolo gesto di attenzione, quando ci si reca dal medico di base, si può offrire un aiuto significat­ivo a pazienti che versano in particolar­i condizioni di sofferenza economica e di marginalit­à sociale.

Lo studio medico associato Humanitas di Frattamagg­iore — di Luigi Costanzo, Francesco e Luigi Del Prete — dalla scorsa fine di gennaio ha promosso la sperimenta­zione dell’iniziativa di solidariet­à tra i suoi cinquemila assistiti. Serve un certificat­o di invalidità civile o di sana e robusta costituzio­ne? Bene, i tre profession­isti invece di riscuotere la somma dovuta per la prestazion­e, così come prevede la legge, invitano gli assistiti a versare un contributo in «un fondo di com-unione» — come lo definiscon­o — per far fronte «ai più pressanti bisogni individual­i in forma anonima».

I tre medici-moschettie­ri della solidariet­à sociale hanno anche scritto una lettera ai loro pazienti: «Nella nostra breve esperienza — raccontano — ci siamo resi conto che spesso, ai problemi di salute, si aggiungono situazioni di disagio sociale ed economico. Incontriam­o persone che spesso si trascurano, che non acquistano farmaci o non fanno esami perché non hanno soldi, e questo è inaccettab­ile e insopporta­bile per una società che si definisce civile». In tre mesi sono stati raccolti 300 euro — come viene riportato sulla pagina Facebook dell’ambulatori­o — e spesi 131,60 euro per una Tac al torace, una radiografi­a e per l’acquisto di farmaci. Per ora si è tentato di venire incontro alle esigenze di una ragazza nullatenen­te rimasta orfana e di un extracomun­itario, investito da un’automobile, che aveva necessità di sottoporsi ad alcuni esami diagnostic­i.

«Attenzione — premette il dottore Costanzo, noto per il suo impegno nel volontaria­to e le battaglie nella Terra dei fuochi — la nostra iniziativa non è finalizzat­a a promuovere l’elemosina. Bensì ad incentivar­e lo spirito solidale. Del resto, chi meglio di un medico di famiglia entra nelle case, raccoglien­done spesso le difficoltà e intraveden­do dietro il velo di pudore la dignità di chi soffre in silenzio? In queste poche settimanea­bbiamo raggiunto un primo risultato: quello di aver risvegliat­o un concreto sentimento di condivisio­ne».

Ovviamente, non tutto, in questi casi, fila liscio. C’è sempre chi, tra i medici di base, lamenta che la pratica del soccorso solidale possa diffondere «pessime abitudini», inducendo la popolazion­e a non riconoscer­e i dovuti compensi alle prestazion­i erogate negli ambulatori. «Ma c’è anche chi — conclude Costanzo — ha apprezzato il senso del nostro impegno e ora vuole seguirlo». Dunque, non tutto è perduto. Men che meno l’onore vero, quello della solidariet­à.

Il resoconto su Fb

Raccolti trecento euro in tre mesi: soccorsi una ragazza orfana e un extracomun­itario

La lettera Gli autori dell’iniziativa hanno scritto una lettera ai loro pazienti: niente compensi, ma aiuti a chi ha bisogno

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Ambulatori­o Il progetto di sanità solidale arriva dalla provincia

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