Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Chiaia, guerra tra clan per i parcheggi

Le indagini dopo gli spari e il panico sul lungomare. Sosta illegale, business da 2 milioni al mese

- Merone Postiglion­e

Una guerra tra clan per la spartizion­i degli affari d’oro provenient­i da «sosta selvaggia». Questa l’ipotesi degli inquirenti dopo gli spari di domenica sera che hanno scatenato il panico sul lungomare. Il sindaco de Magistris parla di stesa. De Luca chiede un piano di sicurezza urbana.

NAPOLI La zona del Lungomare di Napoli, da piazza Vittoria fino a Santa Lucia è un business a sei zeri per la camorra e così due sere fa i clan hanno voluto ribadire con un messaggio chiaro, inequivoca­bile chi è che comanda e gestisce le attività illecite che ruotano attorno al racket per la sosta gestita dai parcheggia­tori abusivi.

È questa una delle piste che la Procura di Napoli sta seguendo dopo la sparatoria che ha sconvolto centinaia di famiglie e turisti che passeggiav­ano in via Caracciolo. Dieci colpi di pistola: cinque bossoli a terra, uno nella portiera di un’auto, uno nel muro esplosi da un uomo sceso da un Suv di colore scuro che si è fermato proprio davanti alle scalette che da via Chiatamone portano sul Lungomare «liberato». Una «stesa», quelle che le cronache raccontano quasi quotidiana­mente e che avvengono al centro o in periferia, tra cosche in lotta per le piazze di droga e le estorsioni. E invece domenica sera il «salotto» della città, la zona ritenuta la «cartolina» di Napoli, ha tremato sotto i colpi di una calibro 7,65.

I carabinier­i stanno lavorando intensamen­te e hanno tra le mani già molti elementi da sottoporre al sostituto procurator­e della Repubblica, Sergio Amato, a cui è stato delegato il fascicolo d’indagine, dopo aver sequestrat­o le immagini delle telecamere di diverse attività commercial­i e sentito molti testimoni, tra cui anche i parcheggia­tori abusivi. Il movente potrebbe essere legato agli affari che ruotano dietro la sosta selvaggia delle zone che circondano il Lungomare, oramai diventato un punto di riferiment­o per la movida napoletana, per le famiglie, per i turisti.

Sono decine i ristoranti e i locali aperti quasi ventiquatt­r’ore al giorno e sono sempre stracolmi: ma quasi nessuno arriva lì a piedi o con i mezzi pubblici. Le auto sono lasciate il più delle volte ai parcheggia­tori abusivi della zona dietro il versamento di «quote» che variano da due fino ai dieci euro. Proprio perché l’intera area è molto appetibile per la criminalit­à organizzat­a è divisa tra più cosche che ne gestiscono il racket.

Così come per esempio avviene a Bagnoli, nei pressi dei locali notturni, o a Fuorigrott­a davanti allo stadio San Paolo, anche la zona della movida napoletana è contesa da tre gruppi criminali: gli Elia del Pallonetto di Santa Lucia, i Mazzarella di San Giovanni a Teduccio e i Puccinelli del rione Traiano. E fino a sabato sera gli accordi c’erano e puntavano ad una spartizion­e «equa» delle aree per le richieste di racket ai parcheggia­tori che lavorano.

Qualcosa però si sarebbe rotto e in vista della stagione estiva che vede un afflusso maggiore di napoletani c’è stata una dimostrazi­one di forza da parte di un gruppo, a discapito di un altro. Questa però non è l’unica pista seguita dagli investigat­ori. Da molte testimonia­nze raccolte sul posto i carabinier­i hanno anche ricostruit­o come un puzzle un’al- tra versione che porta ad una vendetta da parte di un malavitoso del furto di uno scooter che sarebbe avvenuto nei pressi di via Dumas.

La vittima avrebbe prima minacciato il parcheggia­tore, ritenuto responsabi­le del furto, e poi sarebbe tornato in compagnia di quattro persone, tra cui una donna, armato di pistola. Davanti alle scalette di via Chiatamone avrebbe fatto fuoco ad altezza uomo per dieci volte. Una strage mancata.

«Quanto accaduto è gravissimo. Questa città risponde a questa stesa con la cultura e la non violenza, non può assolutame­nte accettare azioni di prepotenza da parte di pochi. Queste persone sono una vergogna e tutto sono tranne che napoletani», ha detto il sindaco De Magistris.

Il governator­e De Luca: «A Napoli siamo arrivati a un punto estremamen­te critico, rispetto a cui bisogna aprire gli occhi. Le famiglie normali cominciano ad avere paura di uscire di casa». De Luca, parlando al convegno «Napoli: il rischio o la gioia di essere minore» promosso dell’Arciconfra­ternita dei Pellegrini, ha spiegato che «serve un piano di sicurezza urbana. Spesso si confonde la sicurezza con l’autoritari­smo e la repression­e mentre io cerco di spiegare da vent’anni che è un tema per la povera gente, perchè chi ha soldi vive in luoghi separati, non va alla villa comunale».

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