Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I CITTADINI E IL DEBITO «INGIUSTO»
Io credo di conoscere molti cittadini napoletani che sperimentano da anni che il debito è ingiusto come suggerisce lo slogan della prossima manifestazione promossa dalla amministrazione comunale. In fondo molti sono i debiti ingiusti, soprattutto se contratti da altri e a danno di molti. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la storia degli ultimi anni della nostra Repubblica sa che il debito pubblico rappresenta il maggior freno alle politiche di sostegno e di sviluppo e che tutti i governi hanno inevitabilmente fatto i conti con la realtà dei numeri. La questione del debito accompagna la storia della nostra giovane democrazia almeno quanto la ormai desueta questione meridionale ed ogni amministratore dovrebbe esserne a conoscenza. Se poi si amministra da oltre 7 anni e si viene eletti due volte di seguito con maggioranze significative e con delle squadre di assessori mai coinvolte in ruberie e saccheggi vari come in altre parti d’Italia, il dubbio che esista un debito ingiusto non dovrebbe mai esserci. I debiti sono debiti. Punto. Le amministrazioni hanno strumenti e modalità per affrontarli e la continuità amministrativa è un principio dal quale non si può (fino ad oggi in Italia) prescindere. In altre parole , se mi candido e mi ricandido ancora per amministrare la terza città d’Italia lo faccio con la serena e tenace idea di avere una visione ed una prospettiva che vada al di là del periodo di governo. Ed intanto governo.
«Abbiamo pensato subito ad un attentato. Il nostro pensiero è corso a Nizza. La gente correva spaventata, fuori controllo. Si è lanciata all’interno del locale travolgendo i tavoli e facendo cadere piatti e bicchieri. Ma il fatto che non ci sia stato neanche un ferito in questa ressa è un punto positivo, che conferma il valore di una zona pedonale ben difesa e ben protetta». Antonino Della Notte è il titolare del ristorante Antonio&Antonio, che si trova a poca distanza dalla zona dove domenica notte si è sparato.
Turisti spaventati sono entrati nel suo locale e si sono rifugiati nella cella frigorifera, altri si sono nascosti sotto i tavoli. «Ma al di là di un comprensibile momento di panico, va riconosciuto che quest’area è fra le più presidiate e controllate della città. Sbaglia chi parla di ristoranti distrutti, c’è stato un momento di caos comprensibile, ma non di più. Vigili, esercito, polizia, carabinieri e Guardia di Finanza sono al lavoro a tutte le ore in questa strada e ai suoi varchi. Piuttosto — aggiunge — questa vicenda getta un fascio di luce sulla mancanza dei parcheggi, quelli veri, a servizio di un’area affollatissima. Gli abusivi spadroneggiano in mancanza di una zona riservata alla sosta e l’occasione persa, del grande parcheggio sotto piazza Vittoria, ancora brucia. Se fosse stato realizzato avrebbe potuto accogliere 400 auto e risolvere anche i problemi di traffico come quello che si è verificato a Pasquetta».
Da Mammina, ristorante che si trova immediatamente al luogo del luogo dove si è consumata la sparatoria, le persone si sono rifugiate in cucina e negli spogliatoi del personale. «Qualcuno ha urlato “è un attentato” e tutti si sono riversati nel ristorante — ricorda il pizzaiolo Salvatore —. È accaduto proprio qui dietro. Avevamo la finestra che dà sul Chiatamone aperta e abbiamo sentito con chiarezza prima due colpi e poi altri sette-otto. All’improvviso non si è capito più niente. La gente ha abbandonato le biciclette in strada e ha incominciato a fuggire. Altri hanno tirato fuori i bambini dai passeggini e sono entrati nei locali».
C’è chi ricorda gli scontri fra le baby gang che solo alcuni mesi fa si sono verificati proprio sul Lungomare. «Ma da qualche mese c’è una maggiore presenza della polizia spiegano i camerieri del Parthenope Bar - fino all’anno scorso la sera c’erano spesso risse, regolamenti di conti tra bande di ragazzini. Da Natale la situazione si è molto calmata».
In via Chiatamone le forze dell’ordine ieri sono passate alla ricerca delle immagini registrate dalle telecamere per cercare di ricostruire con esattezza quanto accaduto. Ed è proprio questa strada il punto debole dell’area. «Tutti i controlli sono sul Lungomare, qui siamo abbandonati racconta il gestore di un locale notturno - imperversano bande di ragazzi che corrono contromano e ti affrontano a muso duro se consigli loro di rispettare le regole. Ma alla sparatoria non si era ancora arrivati».
Michele Picardi, che ha una salumeria su via Chiatamone indica l’angolo delle scale di fronte al suo negozio. «La verità è che qui ci vorrebbe una pattuglia giorno e notte. É il punto di raccordo fra monte e valle, fra la zona pedonale e quella riservata alle auto. E sarebbe giusto presidiarlo».
Un gestore
«Non si era mai arrivati a tanto anche se questa è terra di scontri tra baby-gang»