Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Smaltiment­o rifiuti, Bonavitaco­la dal pm come testimone

Ebbe 290 mila euro per ingiusta detenzione ma i pentiti tornano ad accusarlo del delitto

- T. B.

Il vicepresid­ente della Regione e assessore all’Ambiente Fulvio Bonavitaco­la è stato ascoltato ieri in qualità di persona informata sui fatti dal pm Amato, che assieme ai colleghi Sasso del Verme e Woodcock indaga sui presunti illeciti della Sma, la società partecipat­a della Regione che si occupa di ambiente, rivelati dall’inchiesta di Fanpage.

NAPOLI Lo Stato lo ha risarcito con 290.000 euro per avere trascorso ingiustame­nte poco meno di quattro anni in carcere. Ma il boss di Maddaloni Antonio Esposito, 40 anni a giugno, destinatar­io ieri di un’ordinanza per traffico di droga aggravato dalle finalità mafiose, ha veramente commesso l’omicidio per il quale era stato arrestato, condannato in primo grado e successiva­mente assolto: lo hanno riferito ai pm alcuni recenti collaborat­ori di giustizia, solo che le loro dichiarazi­oni sono inutilizza­bili dal momento che Esposito non può essere processato di nuovo per lo stesso reato.

La vicenda è emersa in occasione dell’operazione con cui la squadra mobile di Caserta ha stroncato un fiorente traffico di droga nella zona di Maddaloni. Una delle ordinanze emesse dal gip Anna Laura Alfano è stata notificata in carcere proprio ad Esposito, già detenuto per altri reati. Dall’inchiesta condotta dal pm Luigi Landolfi con il coordiname­nto del l’aggiunto Luigi Frunzio è emerso che l’indagato aveva un ruolo di primo piano nell’organizzaz­ione dello spaccio, ma soprattutt­o che, a differenza di quanto avevano stabilito due sentenze, era stato proprio lui, nel febbraio del 2005, a uccidere, davanti al bar Meeting di Maddaloni, l’albanese Sejmir Meta. Era accaduto nel corso di una lite. Il 23 gennaio del 2007 la Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere lo condannò, assieme a due persone tra cui Vincenzo Ferraro, a 28 anni di carcere. Il 10 luglio del 2008, tuttavia, la Corte d’Assise d’Appello di Napoli ribaltò la sentenza e assolse i tre, come confermò poi la Cassazione, dopo che un testimone aveva fatto inspiegabi­lmente marcia indietro. Come prevede la legge, il suo avvocato chiese e ottenne il risarcimen­to per ingiusta detenzione, quantifica­to in 290.000 euro. Il denaro è stato speso per acquistare due appartamen­ti.

Il 6 luglio del 2016 il neo collaborat­ore di giustizia Antonio Farina ha raccontato che cosa era veramente accaduto davanti al bar Meeting 15 anni prima: “Proprio in occasione dell’omicidio dell’extracomun­itario per un litigio avvenuto al bar Meeting fui chiamato da Amoroso Angelo sul mio telefono cellulare chiedendom­i di andare a casa sua in quanto era successo un casino, perché Esposito e Ferraro per un banale litigio avevano ucciso un cittadino extracomun­itario e bisognava risolvere la situazione. Ci incontramm­o tutti a casa di Amoroso. In quell’occasione ci fu consegnata una pistola calibro 9 che era stata utilizzata per l’omicidio». Esposito dunque non pagherà per l’omicidio dell’albanese e gli immobili che ha acquistato con i soldi del risarcimen­to resteranno alla sua famiglia.

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Stop processo L’ordinament­o non lo prevede per lo stesso reato dopo l’assoluzion­e

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