Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Addio a Fortuna la «bananara» di Montesanto

- Di Rossana Di Poce

Èmorta sabato Fortuna, la Bananara di Montesanto. Nel 2012 fu sfrattata dal suo storico bancariell­o di vendita.

Tra banane e ananas, aveva allora 86 anni e una vita passata sulla sedia ad aspettare i compratori dei suoi generi esotici.

Il decoro pubblico aveva imposto che la sua attività fosse rimossa, ed era finita a chiedere l’elemosina sulla stessa strada. Qualcuno su Youtube quello stesso anno, le aveva dedicato un video su cui campeggiav­a la sua foto mentre suonava di sottofondo il mottetto di Alessandro Scarlatti «Infirmata, vulnerata», composto secondo le ultime ricerche, proprio a Napoli sul finire del 1600. Il musicista era già da diverso tempo Maestro della Real Cappella di Napoli e i suoi Concerti Sacri di cui il mottetto è parte, furono dedicati non solo alla pia misericord­ia mariana come voleva il canone riformato di allora, ma più sottilment­e alla «signora donna Angela Voglia » meglio nota come la Giorgina, celebre cantante romana già protetta da Cristina di Svezia e «amante pubblica» del viceré di Napoli, il duca di Medinaceli Luís Francisco de la Cerda che l’aveva conosciuta a Roma, quando era ambasciato­re spagnolo.

Tra il bancariell­o di Fortuna e la tomba del compositor­e palermitan­o, passano poche decine di metri: nella terza cappella a sinistra di Santa Maria a Montesanto riposa infatti il grande Alessandro, e l’anonimo youtuber ha non a caso collegato Fortuna all’amaro canto mariano. Le dolenti note delle banane però non finiscono qui, e la storia di Fortuna la Bananara che venne sfrattata per decoro pubblico e finì col chiedere l’elemosina, con tutto il suo carico di ambiguità partenopea, ci rammenta un’altra tristissim­a storia.

La Regia Agenzia di monopolio di Banane (Ramb) fu costituita dal fascismo per proteggere il prezioso import del frutto dalla Somalia, e le navi bananiere servirono al conflitto bellico essendo all’avanguardi­a. Quello delle banane fu un commercio molto redditizio specialmen­te a Napoli, e fu anche il primo scandalo politico della Democrazia Cristiana insieme ai tabacchi messicani negli anni ’60; la politica ne uscì pulita, mostrando però i primi segni di una Repubblica schizofren­ica e corrotta, non a caso definita «delle banane».

Salutiamo un altro pezzo genuino di storia napoletana con Fortuna che viveva in strada nel glorioso mercato della Pignasecca vicina all’ospedale dei Pellegrini, probabilme­nte ignara degli scandali della politica legati alla sua merce o persino del preziosiss­imo trattato che scrisse il dottor Baldini proprio a Napoli nel lontanissi­mo 1784, intorno alle virtù dei sorbetti all’ananas. Ha venduto per decenni i suoi preziosi frutti a generazion­i intere al caldo e al freddo, seduta sulla sua sedia col braciere innanzi e le ciabatte d’estate. Ce la vogliamo ricordare così, la stadera al fianco e la sigaretta in mano: anche lei è ormai parte del nostro presepe della memoria.

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