Corriere del Mezzogiorno (Campania)
SE IL SAN PAOLO STABILISCE COLPEVOLI E VINCITORI
Ha fatto una certa impressione vedere il San Paolo gremito per Napoli-Chievo, soprattutto se paragonato allo stadio semi-vuoto di alcune gare di Champions o di quelle di Europa League. Anche questo è il segnale di una scelta, che il popolo dei tifosi ha fatto forse ancor prima che a farla fossero la squadra e la società. Il pubblico delle grandissime occasioni di campionato domenica pomeriggio ha fischiato, contestato. Molti hanno lasciato gli spalti prima ancora che la partita finisse, e hanno fatto un’altra scelta. Hanno deciso: se il Napoli vincerà lo scudetto, il merito sarà di Sarri; ma se il tricolore sfuggisse ancora una volta, il responsabile sarebbe De Laurentiis. Il presidente del Napoli è stato duramente preso di mira, con cori inequivocabili da parte di entrambe le curve. Al patron azzurro viene imputato il fatto di non aver acquistato giocatori nel mercato di gennaio all’altezza dell’impresa che la squadra doveva portare a termine. Sarri è invece l’uomo a cui il popolo di Napoli ha garantito stima e affetto incondizionati, a cui dedica striscioni in ogni occasione di gara casalinga, a prescindere da prestazione e risultato. Lui ringrazia ed elogia i cinquantamila sostenitori e dichiara amore eterno: «Emotivamente non vi lascerò mai». Il presidente è storicamente «il colpevole». La democrazia impone il rispetto e la libertà di tutte le opinioni, fischiare è diritto di ogni singolo tifoso scontento della prestazione della squadra, ma si fa fatica a stabilire quali siano le colpe di De Laurentiis in una domenica pomeriggio in cui l’avversario da battere era il Chievo, pur ben organizzato ma comunque distante tecnicamente anni luce pure da un Napoli stanco e provato da una stagione lunga e faticosa. Alla fine la partita l’hanno risolta Milik e Diawara, giocatori cosiddetti panchinari, acquistati da De Laurentiis e, a questo punto, utili alla causa. Sette gare alla fine, se il sogno si avvera il merito è di tutti, il miracolo lo avranno fatto tutti.