Corriere del Mezzogiorno (Campania)
È nervoso e sbaglia tanto I tifosi non perdonano ma è un’antica ruggine
Un rapporto di odio e amore con parte della tifoseria. Lorenzo Insigne e il Napoli, sei stagioni tra incomprensioni, contratti attesi, la firma e l’amore eterno, condite da contestazioni ma anche prestazioni da giocatori fuori categoria. L’attaccante ne è sempre uscito a testa alta, a suon di gol e assist. Domenica, l’ultimo caso di un rapporto tormentato che però testimonia la storia di Lorenzo in maglia azzurra. Contro il Chievo piovono fischi dopo un tiro impossibile: lui zittisce il pubblico che non gradisce e continua a contestarlo. Lorenzo risponde sul campo: assist al bacio per il momentaneo pareggio di Milik. «Perché sempre con me? Si chiede Lorenzo, che in campo non era stato di certo il peggiore. E’ il suo destino con il Napoli. Il momento forse più difficile della sua carriera in azzurro è stato con il Besiktas, gara della terza giornata dei gironi della Champions 20162017. Turchi in vantaggio sul 2-1, Insigne ha la possibilità di pareggiare dal dischetto: errore fatale. Quindici minuti dopo, sostituito da Gabbiadini, che troverà la rete del 2-2, Insigne piange, sommerso dai fischi e il Besiktas passa al San Paolo (3-2). In occasione dei preliminari di Champions con l’Atletico Bilbao scagliò invece la maglia a terra e invitò provocatoriamente i tifosi ad aumentare i decibel dei fischi. Prima ancora era stato fischiato a Dimaro durante la presentazione della squadra. Nella stagione precedente, dopo una sostituzione con la Lazio, stessa contestazione e fischi. Essere un giocatore napoletano e indossare la maglia azzurra non è mai facile. Depressione e esaltazione vanno di pari passo. Eppure Insigne è stato quello che ha segnato gol importanti come quello del Bernabeu che resterà nella storia. Come restano scolpiti nella memoria i suoi assist. Insigne è considerato, nel suo ruolo, il miglior calciatore italiano. Gli stessi tifosi azzurri, quelli che lo contestano, però, sono poi i primi a difenderlo se non viene convocato in Nazionale. Il passaggio da fuoriclasse capace di risolvere da solo le partite, a chiave di volta del gioco offensivo sarriano, è stato doloroso in tutta la sua carriera a Napoli. Amato dai più, odiato da pochi, ma sempre al centro dell’attenzione. Negli ultimi tempi era sempre pronto a metterci la faccia dopo le partite non proprio brillanti di questo periodo. Domenica Lorenzo non ha partecipato alla festa di fine gara con i tifosi: ha preferito rifugiarsi negli spogliatoi. Il suo destino in maglia azzurra è questo, fin quando non deciderà di cambiarlo e dire addio, quando non si sentirà più amato e al centro del progetto Napoli.