Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Luca Materazzo in aula: qui per collaborare
Unico imputato per l’omicidio del fratello Vittorio, ucciso sotto casa Sul favoreggiamento contestato a Giustino: lui non c’entra niente
«Mi risulta che alcune cose di cui sono a conoscenza sono ignorate dai pm: sono disponibile a collaborare con loro, avranno tutto il mio contributo per ricostruire la verità». Sono da poco trascorse le 9.30 e nell’aula 115 del Palazzo di Giustizia Luca Materazzo, accusato di avere assassinato il fratello Vittorio con una quarantina di coltellate, chiede di fare dichiarazioni spontanee. Il processo è appena iniziato davanti alla I sezione della Corte d’Assise presieduta da Giuseppe Provitera. Il messaggio, dunque, è chiaro: Luca vuol far sapere, da subito, che proporrà ai giudici togati e popolari un’altra verità. La sua verità.
Il dibattimento comincia puntuale in un’aula affollata di giornalisti e operatori televisivi; ci sono i redattori di trasmissioni specializzate, come «Un giorno in pretura» e «Quarto grado», ma l’imputato non acconsente ad essere ripreso in volto: le uniche immagini che passeranno di lui, dunque, saranno quelle di spalle. Sarà possibile invece, durante tutto il dibattimento, riprendere la corte e i testi che daranno il loro consenso. Luca viene scortato dalla polizia penitenziaria fino alla gabbia degli imputati; ad attenderlo ci sono i suoi difensori, gli avvocati Gaetano e Maria Luigia Inserra. Non ci sono, invece, le quattro sorelle, Maria Vittoria, Roberta, Serena (che si sono costituite parti civili) e Simona (che ha scelto di non farlo). A rappresentarle c ’è l’avvocato che le assiste, Gennaro Pecoraro. Anche Elena Grande, la vedova di Vittorio Materazzo, ha deciso di non essere in aula; lei e i suoi due figli minorenni sono rappresentati dagli avvocati Arturo ed Errico Frojo. In aula sono presenti entrambe le pm titolari del fascicolo, Francesca De Renzis e Luisanna Figliolia; tra le fonti di prova indicano anche le istanze presentate dalla vittima per ottenere chiarezza sulla morte del padre, Lucio, morto in circostanze che a suo parere erano poco chiare. Dopo la morte di Vittorio, Luca è stato indagato per l’omicidio del padre, ma è poi stato prosciolto poiché dall’autopsia non sono emersi elementi che indichino una morte violenta.
Quando comincia a parlare, Luca Materazzo innanzitutto ringrazia: il presidente di avergli consentito di intervenire, i suoi difensori della professionalità dimostrata. «La scelta del rito ordinari0 (che nessuno si aspettava perché non ci sono sconti di pena, ndr) è frutto dei consigli e delle valutazioni dei miei legali. Solo questo rito mi consentirà di accertare la verità». Agli avvocati, tuttavia, tocca anche bacchettarlo alla fine dell’udienza: perché, nel manifestare la sua disponibilità a collaborare con i pm, l’imputato pensa di farlo «in separata sede»: una circostanza inammissibile ora che il dibattimento è cominciato. Se vorrà, Luca Materazzo dovrà esporre in aula le cose di cui è a conoscenza.
Nel corso delle sue brevi dichiarazioni, Luca non fa alcun riferimento al fratello maggiore, assassinato davanti alla palazzina di famiglia il 28 novembre del 2016 con più di 40 coltellate. Si dice dispiaciuto, però, del fatto che sia indagato per favoreggiamento nei suoi confronti l’ingegner Domenico Giustino, padre di
” I ringraziamenti Al presidente per la disponibilità e ai miei legali per la professionalità
una sua ex fidanzata, che secondo i pm non rivelò tutto quello che sapeva sul suo conto e lo aiutò durante la latitanza.
La prossima udienza è fissata per il 9 maggio. I testi citati per quella data sono il vicequestore Mario Grassia, capo della sezione Omicidi della squadra mobile, e alcuni dei suoi uomini. Si ricostruiranno dunque le concitate fasi del ritrovamento del cadavere e di quello, seguito di lì a poco, di abiti e coltelli intrisi di sangue abbandonati in un cestino dei rifiuti, probabilmente per essere recuperati e distrutti di lì a poco. La tragedia dei Materazzo andrà poi in scena al ritmo di un’udienza a settimana.