Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Elogio della pittura in ventiquattro artisti
Gunderson, Martin Kline, Melissa Kretschmer, Lois Lane, Paul Manes, Ed Moses e Larry Poons), sette belgi (Mil Ceulemans, Joris Ghekiere, Marc Maet, Werner Mannaers, Xavier NoiretThomé, Bart Vandevijvere e Jan Vanriet) e infine nove italiani (Roberto Caracciolo, Arturo Casanova, Bruno Ceccobelli, Elvio Chiricozzi, Gianni Dessì, Nino Longobardi, Ro- berto Pietrosanti, Marco Tirelli e Rossella Vasta). Tutte esperienze significative di questo ritrovato vigore pittorico, sospeso fra astrattismo e neofigurazione che proprio in Italia trovò forte impulso grazie alla proposta della Transavanguardia ideata da Achille Bonito Oliva a cavallo fra anni ’70 e ’80. «Ho scelto questa data perché è la stessa in cui, nel 1965, incontrai per la prima volta Lucio Amelio. Dopo la sua morte, poi, organizzammo con Bonito Oliva la prima esposizione di “Terrae Motus” a Villa Campolieto», ricorda la curatrice americana che ha seguito l’allestimento predisposto da Giovanni Francesco Frascino, che mantiene rispettosamente le opere sospese a distanza dalle pareti tardo-barocche degli ambienti vanvitelliani. «La Fondazione Donnaregina – ha poi affermato la sua presidente Laura Valente - con Regione e Scabec hanno sostenuto con i Fondi Poc questa mostra, che diventa il modo in cui si può fare rete. È la prima volta che il Museo Madre e la Reggia collaborano. Un’occasione anche per portare Barbara Rose al Madre, con la presentazione in prima nazionale del suo documentario su Pollock». «Questa sinergia – le ha fatto eco infine il direttore della Reggia, Mauro Felicori - ci consente sempre più di aprire le nostre porte anche all’arte contemporanea, poiché “Terrae Motus” è un’eredità straordinaria che ci impegna in una ricerca sempre più mirata in questa direzione».