Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il Pd abbandona il presidio quando arriva Casapound
Partito democratico tra i protagonisti della contromanifestazione di piazza Trieste e Trento promossa da 40 associazioni per protestare contro «l’abbandono di Napoli da parte del sindaco». Ma appena sono arrivati gli esponenti di Casapound, i democrat sono andati via.
Termina con una smentita la lunga e perigliosa giornata degli anti de Magistris: «Non abbiamo mai invitato Casapound».
Ore 10,30, piazza Trieste e Trento. Soltanto 450 metri dividono il variopinto mondo ostile al sindaco dagli arancioni, in piazza Municipio. Le associazioni, da Cittadinanza attiva ai Democratici oltre il fumo (in tutto una cinquantina di associazioni dicono gli organizzatori), riescono a mettere in una stessa piazza ciò che anni di politica repubblicana ha tenuto distanti: il Pd e Casapound. L’imbarazzo dei democratici, che hanno aderito da giorni al contro-presidio, a un certo punto è evidente. Tant’è che alla spicciolata battono in ritirata. Prima la segretaria regionale Assunta Tartaglione, poi il provinciale Massimo Costa, il presidente Tommaso Ederoclite, alla fine anche Valeria Valente che più di altri ha sposato la causa. Spettatori divertiti Claudio Velardi e Paolo Macry. Paolo Siani, neodeputato, è in piazza quasi per caso: «Avevo un appuntamento qui vicino e sono venuto a dare un’occhiata per capire cosa dicono i cittadini, le associazioni. Non mi interessa la battaglia del sindaco, credo che bisogna fare un lavoro col governo. Anche se continuo a pensare che Napoli sia migliorata, c’è un problema se alcuni cittadini manifestano in piazza. Napoli va salvata». L’unico che resta e parla sul palchetto allestito alla bisogna è Umberto De Gregorio, presidente Eav, che però precisa: «Sono qui da libero cittadino». Insomma il Pd non c’entra.
La mattinata comincia diversamente. Tutti insieme appassionatamente: il Pd, qualcuno di Forza Italia, la Lega. Ci sono gli estremi per un governo di salute pubblica, ma l’idillio a un certo punto si rompe. Arriva Casapound (il giorno precedente l’adesione di Forza Nuova era stata rispedita al mittente).
Sono una ventina con i portavoce storici Emmanuela Florino e Giuseppe Savuto. «Abbiamo un ottimo rapporto con Brancaccio (Gaetano, il portavoce delle associazioni Unite Verità per Napoli) — dice Savuto —, abbiamo organizzato insieme degli incontri sull’emergenza casa e poi noi siamo opposizione vera a de Magistris». E sulla presenza del Pd: «La manifestazione è prevalentemente civica, noi abbiamo la nostra storia e la nostra ideologia ma per Napoli siamo pronti a dialogare anche con il Pd. Il problema è che il Pd non ha una linea politica. Litigano in continuazione». Gaetano Brancaccio dal palco continua dire «non chiamatela contromanifestazione». Il segretario provinciale del Pd si aggira nella piazza. «Casapound è qui? Lo apprendo adesso — dice —. Mi sembra ovvio che siamo altro, noi siamo per la parte sana della città. Prendo le distanze come abbiamo fatto da Forza nuova». E lascia ovviamente il consesso. La voce inizia a correre e alla spicciolato c’è un fuggi fuggi generale. A un certo punto anche i cantori della Madonna dell’Arco irrompono. Arriva Gianluca Cantalamessa neoparlamentare della Lega con gli azzurri Stanislao Lanzotti e Fabio Chiosi. Quando il sit-in termina è tutto un fare distinguo, prendere le distanze. «Stamattina si è verificato un fatto storico. I cittadini stanchi della cattiva amministrazione della giunta de Magistris raccolgono al punto informativo Verità per Napoli, mille persone in piazza a protestare contro un sindaco ingiusto — spiega Brancaccio —. Hanno tentato in ogni modo di strumentalizzare e distruggere questo movimento e questa manifestazione, libera e spontanea ma non ci sono riusciti. La piazza è di tutti. Noi abbiamo fatto un appello libero e aperto a tutti i cittadini e a tutte le forze politiche che si riconoscono nei valori costituzionali, non abbiamo invitato CasaPound». Precisa. La palla torna nel campo dem. E ha gioco facile Marco Sarracino: «Che senso ha andare in piazza con la Lega e andarsene quando arriva Casapound? Qual è la differenza? Xenofobi gli uni, fascisti gli gli altri. Il problema è tutto nostro».