Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Vinitaly, più di 200 aziende a Verona
Inizia la fiera scaligera. L’export campano in forte crescita. Oggi i dati ufficiali con De Luca
NAPOLI La giostra ricomincia a girare. S’avvia oggi a Verona la cinquantaduesima edizione del Vinitaly il salone dei vini e dei distillati che rappresenta la più grande vetrina nazionale per le produzioni di eccellenza. La fiera chiuderà i battenti mercoledì. La trasferta in terra veronese organizzata dalla Regione Campania col braccio operativo delle Camere di commercio delle cinque provincie coordinate da Unioncamere, tiene insieme oltre 200 aziende, che saranno ospitate, come di consueto nel padiglione B, sulla sinistra dell’ingresso principale della Fiera di Verona. Lo spazio espositivo è di circa 5000 metri quadrati, pochi secondo alcuni produttori che avrebbero preferito maggiore flessibilità nell’acquisto dei singoli stand. Rientrata ormai da due anni la scissione dei vignaioli irpini che si erano staccati dal resto della regione, nel padiglione comune mancheranno alcune griffe dell’enologia campana. Molti produttori storici, o comunque con un elevato livello di relazioni commerciali hanno preferito scegliere uno stand personalizzato nei padiglioni principali che sono meta preferita dei buyers internazionali e dei clienti più prestigiosi. Ma qual è lo stato di salute del comparto regionale? Quali le prospettive per i produttori e i migliaia di addetti impegnati direttamente nella vitivinicoltura e in tutto l’indotto?. Il punto della situazione verrà fatto oggi, giornata di apertura nella sala Terra Mia. Il titolo dell’appuntamento anticipa già una delle risposte più interessanti: «I vini campani crecono nell’export». Una condizione, quest’ultima, rassicurante perché certamente la pur non elevatissima produzione regionale (nel 2016 l’Istat ha registrato una calo del 20% cento rispetto all’anno precedente, rispetto all’anno precedente e, ancora più sensibile rispetto alla media storica) non può trovare sbocco soltanto nelle enoteche e nei ristoranti compresi tra il Garigliano e Sapri. Ma conquista dei mercati esteri, in particolare di quelli europei, ma anche, per le imprese più attrezzate, di quelli statunitensi, russo e del Sud-Est asiatico restano una condizione fondamentale di espansione del settore regionale. All’approfondimento di questi temi parteciperanno il presidente della Regione Vincenzo De Luca (che mantiene tuttora la delega all’Agricoltura). Nei quattro giorni del Vinitaly lo stand istituzionale della Regione Campania ospiterà anche eventi con la partecipazione di testimonial internazionali e di personaggi del mondo dello spettacolo. Nelle quattro giornate in programma anche masterclass e degustazioni enogastronomiche. Partner tecnico della missione italiana i professionisti dell’Associazione italiana sommelier. Il banco delle degustazioni resterà aperto per tutta la durata della fiera. E grande spazio verrà riservato ai consorzi di tutela (vedi articolo a fianco sulla partecipazione dell’organismo di tutela della mozzarella di bufala campana dop). Qualche numero sulla partecipazione delle singole province. A fare la parte del leone come sempre la provincia di Avellino. Forte di tre prodotti tutelati con la denominazione d’origine controllata e garantita, vale a dire il rosso Taurasi e il bianchi Fiano di Avellino e Greco di Tufo, l’Irpinia “ritrovata” allinea 71 aziende. Trentasei preenze per il Sannio impegnato nella valorizzazione dell’Aglianico del Taburno docg e dei Falanghina. Seguono Caserta con 29, Napoli con 26, Salerno con 20.