Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Borgo Sant’Anna», un Lettere fruttato
«Ci sono alcuni miei colleghi produttori che vorrebbero che tutto il vino vivace prodotto all’interno della doc Penisola sorrentina si chiamasse Gragnano, e, dunque, eliminare la sottozona Lettere. Io sono a Lettere e non solo d’accordo. Con franchezza lei che ne pensa?». La domanda mi arriva da Giovanni Vincenzo Sorrentino, dedito alla causa della conservazione dello spirito più autentico del meno noto dei due gemelli eterozigoti dei monti Lattari. Non essendo portatore di alcun interesse, se non l’amore immenso per i vini della mia identità territoriale, rispondo con la franchezza richiesta che mentre fino a pochi anni fa avrei senz’altro preferito mantenere la distinzione, oggi, invece, per ragioni dettate dal mercato globale sceglierei la denominazione unica. Comunicare un vino non è facile. E comunque costoso. Troppe doc inutili, piccolissime, con nomi praticamente sconosciuti. Pensate che mi verrebbe la voglia di avanzare la proposta choc di accorpare sotto l’appellazione Falerno, un nome letterario come in qualche modo lo è anche Gragnano, tutti i vini della provincia di caserta. Passiamo al nuovo Lettere 2017 prodotto da Borgo Sant’Anna in sole 6.500 bottiglie e recuperabile in enoteca al prezzo civilissimo di 6 euro. Viene realizzato con uve provenienti da due opposti versanti di Lettere, cioè dai Canali che guardano Gragnano e Veragna di Porzio affacciata su Sant’Antonio Abate e l’Agro Sarnese-nocerino. Di colore rubino scuro, ma non impenetrabile è limpido e discretamente consistente. La spuma violacea scompare in fretta. Profilo olfattivo prevalentemente fruttato (prugne, mature, lampone, mirtillo), poi anche le spezie (pepe verde) e la carruba. In bocca risulta morbido, ma non si perde in svenevolezze, ha un’acidità sostenuta e tannini ben smussati. Finale lungo caratterizzato da ricordi di frutta rossa. Sulla cucina tradizionale di casa, dalle parmigiane di melanzane prossime venture alla carne al ragù, dalla Genovese al pesce di scoglio e polpi alla Luciana.