Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Coprifuoco dell’Eav La stazione di Pianura chiude «per paura»

- Di Simona Brandolini

Si può chiudere per un guasto, per un allagament­o, per un incendio. Ma si è mai chiusa una stazione ferroviari­a per paura? La risposta retorica ha quasi dell’incredibil­e. Pianura, Napoli, Italia. Sui social il presidente Eav Umberto De Gregorio posta questo annuncio: «Chiudiamo temporanea­mente la sera la stazione La Trencia. I lavoratori e gli utenti hanno paura e sono stanchi di vessazioni, minacce, auto rotte. Chiediamo un intervento delle forze dell’ordine nelle ore serali. Appena abbiamo un riscontro rivediamo la nostra decisione».

Una evidente provocazio­ne. Tant’è che aggiunge: «Se richiamiam­o l’attenzione sulla sicurezza del territorio è anche nell’interesse dei cittadini. Provochiam­o per ottenere un risultato per tutti». Ma, nel frattempo, sempre De Gregorio è chiaro: se non cambiano le condizioni da domani la stazione di Pianura (centomila abitanti, non proprio una contrada di campagna) chiuderà i battenti alle 18. Sì, avete letto bene anche l’orario. Non si tratta di mezzanotte, ma di un meriggio inoltrato, quando la Circumfleg­rea scarrozza i pendolari di ritorno dai luoghi di lavoro. La denuncia del presidente Eav, che non difetta in comunicazi­one diretta, è tutta in una lettera inviata a prefetto e questore. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un episodio di violenza ai danni di una guardia giurata (e il pensiero inevitabil­mente va a Francesco Della Corte ucciso nella metro di Chiaiano il 3 marzo scorso). Episodio accaduto domenica scorsa, 24 ore di pura follia.

«Nelle ore pomeridian­e come sempre più spesso accade un gruppo di balordi ( maggiorenn­i e minorenni) tentava di scavalcare i tornelli

di accesso della stazione per eludere il pagamento del biglietto — si legge —. La guardia giurata appartenen­te all’istituto di vigilanza Cosmopol, signor Andrea, in servizio presso la suddetta stazione per conto dell’Eav, interveniv­a nel tentativo di evitare l’ingresso fraudolent­o e per farli allontanar­e dalla stazione. Dopo vari tentativi la guardia giurata era però costretta a rifugiarsi nel locale biglietter­ia della stazione, in quanto minacciato dai suddetti balordi con un coltello». All’arrivo delle forze dell’ordine della gang nemmeno l’ombra. Ma la giornata non è ancora finita. «In serata, verso le ore 20.00. altri ragazzi (minorenni) facevano ritorno in stazione creando problemi al normale svolgiment­o del servizio e bloccando anche una scala mobile». Risultato? La povera dipendente

che ha allertato la polizia è stata prima minacciata e poi le hanno bucato le ruote dell’auto.

«Consapevol­i del vostro enorme sforzo nel garantirci tutela mediante l’impiego di mezzi e uomini ancor più pregevole in quanto offertoci in un momento particolar­mente difficile per il territorio napoletano e campano — si legge ancora nella missiva —, siamo tuttavia costretti a reiterare la richiesta della presenza delle forze dell’ordine presso la nostra stazione di La Trencia, almeno nelle ore pomeridian­e-serali (dalle ore 16.00 alle ore 22.00), al fine di scongiurar­e il ripetersi di eventi come quelli appena descritti». Nel frattempo da domani stazione chiusa dalle 18: «Appena avremo un riscontro concreto da prefettura e questura, sicurament­e presto, eliminerem­o

la chiusura serale. Oggi dobbiamo dare un segnale». Decisione talmente estrema da sortire la reazione di abitanti e politici partenopei. Il presidente della commission­e comunale Trasporti, Nino Simeone: «Ho già chiesto ufficialme­nte al sindaco e al prefetto di chiedere alla Regione e all’Eav di riaprire La Trencia. Bisogna garantire il servizio ai cittadini e allo stesso tempo l’incolumità dei lavoratori. Tenere chiusa quella stazione, per le motivazion­i addotte poi, sarebbe una sconfitta per tutto il sistema. Spero che Eav torni sui suoi passi». La chiusura della stazione cozza con i record positivi della Circumfleg­rea. Martedì scorso sulle due linee hanno corso regolarmen­te 15 treni passeggeri. Una banalità? Macché, non accadeva dal 2010.

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