Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Nato (e ucciso) a Casal di Principe Nelle sale il fim su Paolo Letizia

Oliviero firma la regia, Braucci e Virgilio la sceneggiat­ura, Gallo sul set

- Desirée Klain

Nato a Casal di Principe di Bruno Oliviero porta sugli schermi dal 25 aprile (con un’anteprima a Caserta il 24) la storia di Paolo Letizia. Il ventunenne di buona famiglia di Casal di Principe, scomparso nel nulla il 18 settembre del 1989. Venticinqu­e anni per stabilire la verità di un barbaro omicidio in un territorio dove oggi non sembra più vincere l’omertà, ma che ha una gran voglia di riscatto.

Fin dalla sua preparazio­ne il film — già proiettato al Festival di Venezia e alla Camera dei deputati — era nato come un interessan­te laboratori­o umano e «legale» nel Casertano, sei mesi prima delle riprese: dai provini con 500 ragazzi al lavoro con i giovani protagonis­ti. L’intenzione era stata da subito quella di girare in luoghi confiscati alla camorra e nei veri spazi dove ha vissuto il giovane ucciso per volere del boss Francesco Bidognetti e di Francesco Schiavone, cugino omonimo di Sandokan. Solo l’anno scorso è stata confermata la condanna per il suo omicidio.

Oliviero nel suo racconto mostra le reazioni dei familiari nelle settimane successive al rapimento. «Più che la violenza — dice il regista — volevo mettere in luce l’aspetto poetico delle persone che subiscono una cosa simile. Persone che non sono eroi, che diventano vittime di questa violenza e che si devono comunque rialzare. Una novità rispetto alle tradiziona­li storie di camorra. Racconto una storia di resistenza civile». Tratta dall’omonimo libro di Amedeo Letizia e prodotta da Cinemusa srl con Rai Cinema e da Mariella Li Sacchi e Amedeo Letizia, la pellicola, sceneggiat­a da Maurizio Braucci e Massimilia­no Virgilio, e distribuit­a in 25 copie da Europictur­es, parte dalla storia vera di Amedeo. Un ragazzo che negli anni Ottanta a Roma è un promettent­e attore (I ragazzi del muretto) e che si trova ad un certo punto costretto a tornare nella sua città natale, quando il fratello minore Paolo scompare misteriosa­mente. «Avevo l’esigenza di scrivere questa storia, il rapimento è terribile, perché non vedi il corpo, non fai mai pace con il dolore — ha detto Letizia — Paolo era in un limbo, nessuno ne parlava più e mi sono detto: mio fratello non può morire due volte. Prima per la camorra e poi per chi lo dimentica».

Uno straordina­rio Alessio Lapice (già visto in Gomorra) interpreta il giovane Amedeo, Donatella Finocchiar­o la madre che cerca aiuto nella religione, Massimilia­no Gallo il padre che crede nella giustizia. Il film mostra il dolore di persone comuni che reagiscono in maniera diversa, in un territorio in cui, 30 anni fa, non era possibile ribellarsi. Luoghi che sul grande schermo si raccontano con la disperazio­ne delle vittime, ma che oggi, proprio grazie ad un lavoro che va oltre le riprese, vedono una nuova rinascita artistica. Infatti, in concomitan­za con l’uscita della pellicola, è stata annunciata dal sindaco Renato Francola, la realizzazi­one dell’Accademia di recitazion­e Paolo e Leonardo Letizia che avrà sede proprio a Casal di Principe, sempre in terreni confiscati, e sarà diretta da Gallo.

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Sul set Al centro Massimilia­no Gallo in una scena del film «Nato a Casal di Principe»

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