Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sorpresa, è di moda andare in Biblioteca Presto ristoro e wi-fi
Più di cinquecento ingressi al giorno: i ragazzi ci vanno per studiare e per incontrarsi Il direttore Mercurio: apriremo uno spazio ristoro
La figlia della mia amica ha 15 anni, è molto bella e inserita, frequenta l’Umberto e sa sempre «cosa si porta» a Napoli. E incredibilmente, assicura la ragazza, «si porta» la Biblioteca Nazionale.
Ma che significa? Certo, non si tratta di un’alternativa ai baretti. Però la storica Biblioteca, ospitata a Palazzo Reale, è un luogo sempre più frequentato dai giovani, che ci vanno per studiare, portandosi libri (non si potrebbe) e fotocopie (si può) da casa. Ma bivaccano anche fuori dalle sale, nei giardini in via di rifacimento, pranzano qui ordinando insalate e panini ai bar circostanti, e in molti casi fanno amicizia.
Ormai sono loro, liceali e universitari, la parte più consistente della massa di visitatori che ogni giorno entra alla Nazionale. Molto più numerosi degli studiosi che entrano per consultare volumi. Parliamo di cinquecento, seicento ragazzi al giorno, come Sara che studia Medicina a Caserta e vive ai Colli Aminei, ma preferisce studiare qui «perché ci si concentra meglio e si sta anche in compagnia». Oppure Valerio, Fabrizio, Pasquale e Davide, studenti della Partenope, uno di Napoli, gli altri della provincia, che tra appunti e quaderni preparano gli esami insieme.
Chiara, Maria Chiara e Flavia sono vomeresi, studiano Medicina, Economia e Legge, e hanno le idee chiare: alla Nazionale c’è silenzio, tranquillità e sale accoglienti, a differenza delle aule studio nei rispettivi atenei. E poi qui si finisce anche per conoscersi. Loro hanno frequentato anche la biblioteca Croce al Vomero, ma «non regge il confronto. Anzi, lanciamo un appello: miglioriamola, potrebbe offrire più servizi».
Ma cosa ne pensa il direttore Francesco Mercurio? È a conoscenza della «pacifica invasione»? Evidentemente sì, dal momento che si sta attrezzando per rispondere a questa imponente esigenza del pubblico giovanile. «Non posso che essere soddisfatto», dichiara, «che i ragazzi tornino ad affollare il nostro salone di lettura; ciò mi incoraggia a continuare sulla strada intrapresa cioè lavorare per adeguare la biblioteca al lettore di oggi, più esigente, quello giovane, che chiede più servizi soprattutto on line, ma anche un luogo dove trovare il silenzio della concentrazione, stabilendo una pausa contro la distrazione dell’essere iperconnessi. Il mio sogno? Una grande biblioteca europea di pubblica lettura di taglio anglosassone con grande attenzione ai servizi telematici e alla digitalizzazione, dove i lettori smettono gli abiti dell’utente per assumente quelli di protagonista e membro attivo di una community; immagino una biblioteca che adatta i suoi orari ai tempi della città e non a quelli degli uffici pubblici, dove si può leggere, parlare, ascoltare musica, passare il tempo, divertirsi, riflettere e magari anche innamorarsi».
Per ora, promette Mercurio, va avanti «il processo di svecchiamento». Cioè? «Stiamo completando la rete wifi e sistemeremo progressivamente quella elettrica per consentire l’uso personale di tablet e pc. E poi stiamo in questi giorni ragionando su come offrire ai nostri lettori spazi all’esterno della biblioteca per il ristoro e per fumare». In preparazione c’è anche la card elettronica che sostituirà l’attuale foglio giornaliero di ingresso, permettendo di accedere a tutti i servizi compreso il prestito tramite le app del telefonino. «Il mio impegno», conclude il direttore, «è promuovere la lettura come valore fondamentale per la crescita della persona e per abbattere differenze sociali e culturali. Anche per questo ho ottenuto per il 2018 uno stanziamento straordinario dalla mia direzione generale del Mibact di 200 mila euro per rinfrescare le nostre collezioni con materiali più recenti».
In arrivo fondi per 200mila euro, per rinfrescare le collezioni
Guardo al modello anglosassone con i lettori che fanno community