Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rimessi in opera 7 telai storici su nove E ora ricerca apprendisti
Due sorelle esperte nella tessitura serica e un maestro artigiano artefici del miracolo Si rilancia la produzione
«Il segreto sta tutto nel movimento sincronizzato delle mani e del piede». Mentre spiega, Maria dà il cambio alla sorella Margherita e si siede davanti all’enorme telaio in legno. Una battuta del piede e le maglie dei licci collegate ai contrappesi fanno alzare i fili di ordito che passano nel loro foro e aprono il “passo”. Maria introduce il filo di trama e batte con il pettine. E così via, di battuta in battuta e un passo alla volta, fino al risultato finale: uno splendido tessuto di San Leucio.
Le sorelle Maria e Margherita Giacquinto fanno parte dell’ormai troppo esiguo drappello di veterane esperte nell’arte della tessitura serica, alla quale hanno dedicato una vita. «Il telaio manuale mi ricorda l’infanzia – racconta Margherita, con lo sguardo lontano e il volto sorridente -, quando uscivo da scuola e andavo a fare pratica. A quell’epoca in ogni casa del paese c’era un telaio e le madri, le zie, le nonne, insegnavano a figli e nipoti». Annuisce Margherita che fa eco alla sorella: «Sì era proprio così. Anche io ho messo le mani sul telaio per la prima volta a 10 anni. Chi sa lavorare su un telaio a mano può lavorare su tutti gli altri». Il lavoro era il loro gioco e il gioco è diventato un lavoro, fatto con trasporto emotivo. «Ci vuole passione – continua Maria - perché soprattutto all’inizio è faticoso. Ma, con l’allenamento, la stanchezza si sente meno e c’è la soddisfazione per aver creato qualcosa di bello».
Spinte da questa passione,
le due sorelle hanno messo al servizio della comunità il proprio sapere manuale, per ripristinare quei telai antichi di due secoli che il Comune sta provando a rimettere in produzione. La meta è vicina: da ottobre scorso è all’opera la squadra composta da Maria e Margherita e dal tecnico Emilio Di Giacomo, con la supervisione del maestro tessitore Carlo Pellino. Insieme, hanno già rimesso in opera 7 dei 9 telai storici che giacevano inutilizzati dal 2006.
«Non è stato facile – dice Pellino – considerata l’antichità dei telai e la loro struttura, in legno e fibre naturali. Parliamo di sei macchine che hanno 12mila fili di organzino e di una con 38mila fili, ciascuna con uno scheletro in legno che ha 200 anni ed è inevitabilmente tarlato. Legno e fibre, inoltre, sono sensibili alle temperature esterne, a cui sono tuttora soggetti, non essendoci un regolatore che mantenga la temperatura costante». Entro luglio il lavoro di rimessa in opera sarà terminato e i telai pronti per la produzione. A quel punto serviranno altre mani e piedi. Di chi?
Teoria e pratica
Al via a settembre i corsi di formazione della Regione per cinquanta allievi
«La Regione – spiega Agostino Tenga, funzionario comunale delegato alla gestione del complesso monumentale - ha approvato il protocollo d’intesa con Comune, Camera di commercio e Confindustria Caserta, e Rete San Leucio Textile, per l’istituzione della scuola e l’avvio di corsi di formazione per la conservazione delle antiche arti tessili di San Leucio, che dovrebbero partire a settembre. I corsi teoricopratici – specifica Tenga – saranno post diploma e destinati a 50 allievi, che verranno affiancati dai tutor e istruiti dai maestri tessitori, facendo pratica sui telai ripristinati. Abbiamo calcolato che almeno la metà degli apprendisti sarà poi impiegata nelle aziende del consorzio Textile».