Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«L’arte della mia famiglia? Fare il

Daniele Landolfi è il panificato­re che prepara un prodotto unico

- Pa. Ca.

Ventotto anni e un’arte antica nascosta nelle mani. Un’arte nata da una tradizione di famiglia. Daniele Landolfi è, infatti, il panificato­re della Locanda del Borbone a San Leucio. Un panificato­re la cui specialità è il Pandiseta. «I miei antenati racconta Daniele - lavoravano nell’antico setificio e come di consueto quando i pezzi di filato in seta non erano più utilizzabi­li li portavano a casa. Lì, come di consueto, ogni famiglia faceva il proprio pane e visto che i Landolfi avevano tanti scampoli di seta in giro per casa hanno iniziato a usarli per ricoprire il pane durante la lievitazio­ne. Trovando il pane anche più buono del solito, hanno continuato a farlo».

Dagli avi in poi, passando per i nonni e i genitori la tradizione si è mantenuta. Intatta. «Si tratta di un prodotto unico nel suo genere, tanto che abbiamo registrato il marchio proprio in occasione dell’ultimo Expo. La mollica è morbidissi­ma, come una coccola sul palato. Merito della seta, della farina macinata con mulino a pietra, del lievito madre di famiglia, e della cottura passiva effettuata in forno a legna». Una cottura che per Daniele è ormai un’arte fatta di precisione e premura. «Si porta il forno a 500 gradi, poi si rimuove la parte ardente e si ripulisce il tutto aspettando che la temperatur­a scenda considerev­olmente. Solo a quel punto si infornano le pagnotte che cuociono in forno chiuso». Un giovane fornaio che ha appreso l’antica arte del Pandiseta. E l’ha anche modernizza­ta, a modo suo. «Ogni mattina prepariamo pane con farine integrali o bianche. Ai cinque cereali e anche alla curcuma. Pane che vendiamo alla Locanda a due passi da dove erano prodotte le sete che resero San Leucio grande e il pane dei Landolfi il più fragrante».

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L’artigiano Daniele Landolfi

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