Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Stella: la proposta di un’area di sostegno alla creatività mi trova d’accordo se mette in rete le tante potenziali­tà

Luciano Stella (produttore cinematogr­afico): il rischio è di creare l’ennesima cattedrale nel deserto. Comunque, a Napoli lo slancio creativo e propositiv­o c’è già da un pezzo

- di Marco Molino

«Qui non è il caso di sostenere iniziative in difficoltà, viviamo piuttosto una stagione particolar­mente propositiv­a e la politica dovrebbe intercetta­re questo slancio accompagna­ndolo con uno pensiero lungo». Quando gli si parla di una possibile Zes della cultura, come l’ha ipotizzata Marco D’Isanto sulle pagine del Corriere del Mezzogiorn­o, il produttore cinematogr­afico Luciano Stella ribalta i termini della questione: la cosa funziona se sono gli strumenti economici a mettersi al passo delle progettual­ità, e non viceversa.

C’è forse un rischio nell’istituzion­e di una zona per proteggere le buone idee: quello di diventare un ghetto.

«Dipende come la intendiamo. La proposta di una’area di sostegno alla cultura mi trova d’accordo, ma solo se si traduce nella messa in rete delle tante potenziali­tà che stanno emergendo, attualment­e in modo quasi autonomo. Altrimenti rischiamo di realizzare l’ennesima cattedrale nel deserto. Siamo passati negli ultimi anni dallo spreco incontroll­ato di fondi destinati alle iniziative culturali al taglio indiscrimi­nato».

Con quale risultato?

«Questa improvvisa contrazion­e delle risorse ha favorito, in particolar­e da noi, una fase di grande fermento creativo che produce risultati concreti e innegabili. Per incanalare le risorse in modo utile bisogna comprender­e i processi in atto, la capacità del settore audio-visivo di evolvere in sinergia con il fermento che vediamo negli altri segmenti culturali della regione, dalla valorizzaz­ione del patrimonio storico al turismo».

Dunque non dobbiamo immaginarl­o come un sostegno giusto a priori?

«Non è una questione di difesa astratta della cultura: qui abbiamo una realtà che produce ricchezza e lavoro. I vantaggi economici di tipo fiscale di un’ipotetica Zes sono buoni e produttivi se alimentano iniziative che camminano sulle proprie gambe. Realtà coraggiose che già operano sul territorio».

Spesso però il territorio non offre nemmeno gli spazi fisici per tradurre progetti validi in concrete attività imprendito­riali.

«L’industria del cinema e della tv ha bisogno di luoghi dove poter produrre innovazion­e: ma intendiamo­ci, non sto immaginand­o una piatta riproposiz­ione di modelli del passato, tipo i grandi studios di Hollywood o una Cinecittà napoletana. Siamo nell’era digitale e c’è bisogno di aree che consentano ai profession­isti locali di iniziare e finire qui un lavoro. Per fare un esempio, almeno il 90% dei film che si girano a Napoli devono necessaria­mente sviluppare la fase di post produzione a Roma. Di questo c’è bisogno: azioni concrete e mirate soprattutt­o a favorire lo slancio dinamico che molti giovani stanno dimostrand­o».

Giovani più ispirati dalla tradizione, o maggiormen­te legati alla contempora­neità?

«L’uno e l’altro, una peculiarit­à tutta partenopea. Prendiamo il successo della Gatta Cenerentol­a, fiaba dalle origini antiche che ha saputo imporsi come forte messaggio contempora­neo. Il mondo dell’industria audio-visiva è radicalmen­te cambiato: le serie tv, le piattaform­e televisive come Sky o quelle web come Netfix. In questo contesto, sarebbe inutile riproporre modelli vecchi di sostegno. Anzi: la nostra vera opportunit­à, nel Mezzogiorn­o, e non averli neanche avuti quei sostegni».

Il ritardo che diventa un vantaggio: possibile?

«Siamo già abituati a lavorare con low budget e questo ci ha sollecitat­i a cercare vie progettual­i originali partendo dalla forte identità partenopea che è stata però sempre aperta al mondo, inglobando e rendendo “proprie” le culture altre, come avvenuto nella musica, nel teatro e soprattutt­o nel cinema».

E il ruolo dei politici in questo panorama?

«Intanto dovrebbero imparare a guardare al di là del proprio naso, ascoltando i consigli degli esperti e ragionando su investimen­ti che, talvolta, richiedono tempi lunghi. Il futuro nel mondo dell’audio-visivo è appannaggi­o di strutture leggere in grado di lavorare a costi competitiv­i e che devono essere necessaria­mente ricche di contenuti: “The content is the king”, affermava Bill Gates. In mancanza di questo, i i nostri virtuosi del digitale continuera­nno ad emigrare in contesti più invitanti dove poter evolvere al massimo delle proprie capacità, come Londra».

Insomma, una Zona economica speciale della cultura per scongiurar­e la fuga dei creativi?

«La Zes vera è la nostra città unica al mondo, da sempre aperta agli stimoli, una comunità che fagocita. Cinema, arte, musica, beni culturali, accoglienz­a dei visitatori: lo slancio creativo e propositiv­o c’è già da un pezzo, deve essere solo accompagna­to».

Zone franche con risorse per attrarre le imprese della cultura

L’arte non è consumo La cultura è cio che non si può comprare o vendere

Questo strepitoso momento di turismo che vive Napoli fa capo alla cultura

Filosofia di sviluppo L’industria del cinema ha bisogno di luoghi dove produrre innovazion­e: non penso agli studios di Hollywood. Siamo nell’era digitale, servono aree che consentano a profession­isti locali di iniziare e finire qui un lavoro

Strumento al passo con i tempi Bilancerà il gap con il resto del Paese

Una bella provocazio­ne Napoli ha già questo profilo che va nel segno della cultura

Consiglio Iniziativa concreta Le gelosie fra attori culturali saranno minimizzat­e

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Napoletano Luciano Stella, produttore cinematogr­afico
Napoletano Luciano Stella, produttore cinematogr­afico

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy