Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Falli, corner e gol presi: ecco perché da un anno all’altro il sogno può diventare realtà

- M. Sco.

Alla squadra di Sarri, a prescinder­e da come finirà l’unico tra i più importanti campionati europei ancora in bilico, andrà il merito di essere stata fino alla fine la spina nel fianco della grande Juventus. Nonostante già negli anni scorsi il Napoli fosse dietro alla corazzata bianconera, ma distanziat­a comunque di un numero maggiore di punti, questa è stata la stagione della svolta. E non soltanto perché è tornato a vincere a Torino contro la Signora dopo nove anni, ma per la personalit­à e l’autorevole­zza con cui ha gestito la partita.

La chiusura di un cerchio aperto tre anni fa con Maurizio Sarri, al quale va dato atto di aver insegnato a questa squadra non soltanto una filosofia di calcio diversa, ma di aver plasmato la mentalità di un gruppo a sua immagine e somiglianz­a. Se le gambe viaggiano a una velocità sostenuta, anche la testa dei singoli giocatori è cambiata. Un combinato disposto che ha poi generato la svolta. Che si arrivi o meno allo scudetto, da questo punto di vista, non fa troppa differenza. E la partita vinta all’Allianz Stadium domenica sera è la testimonia­nza che, rispetto anche al recente passato, qualcosa si è modificato. Nella gara di andata, tanto per citare la sfida con i bianconeri, la squadra di Sarri, dati alla mano, aveva commesso sei falli durante i novanta minuti. Ieri ne ha commessi più del doppio: 17. Mentre la Juve, squadra cinica e cattiva per antonomasi­a, si è fermata a 10. Un dato che non è banale, piuttosto invece indicativo di un ulteriore step mentale. Il Napoli ieri ha tenuto costanteme­nte la palla, nascondend­ola agli avversari. Ha fatto un pressing asfissiant­e, commettere 17 falli significa non aver dato mai alla Juventus la possibilit­à di ripartire. La squadra di Allegri non ha effettuato un solo tiro nello specchio della porta difesa da Reina, altro dato che rende merito agli azzurri: allo Stadium non era mai accaduto con nessun altro degli avversari incontrati. E da quando è stato costruito lo Stadium. Solo quattro i tiri totali, altro record negativo: solo con la Fiorentina a febbraio ne aveva fatti così pochi.

Va dato dunque merito anche alla tenacia con cui gli azzurri hanno tenuto il campo, raggiungen­do la vittoria non soltanto con il gol di Koulibaly, il quinto in stagione. Solo De Vrij della Lazio ne ha fatti di più tra i difensori, ma anche di aver realizzato il tredicesim­o gol su calcio d’angolo, è la squadra che ne ha realizzati di più. Dato che resta sorprenden­te rispetto ai gol che negli anni scorsi il Napoli subiva su calci piazzati, la svolta sta anche nell’aver annullato il gap sulla fisicità.

Il trionfo del sarrismo sta infatti soprattutt­o nell’applicazio­ne della fase difensiva, motivo per cui due anni fa l’allenatore del Napoli passò al 43-3. Il Napoli ha subìto in questa stagione solo ventitrè reti, dodici in meno rispetto ad un anno fa. La squadra ereditata da Rafa Benitez nell’ultimo campionato ne aveva presi 54. Alla luce dei dati, il cambiament­o è quasi epocale e ogni piccolo migliorame­nto ha portato alla consapevol­ezza che lo scudetto può essere molto più di un sogno. Dallo Stadium la squadra esce ancora più forte, unici nemici da battere ancora, nelle quattro finali di questo avvincente campionato, saranno la pressione e l’euforia della piazza. E Sarri è chiamato ancora una volta alla gestione.

È stata una vittoria per la gente perché il Napoli è la squadra di un popolo non soltanto di una città

Pensiamo a noi e non alla Juve L’hanno giocata come una finale e hanno perso? Sono abituati

Abbiamo fatto il nostro gioco Loro sono davanti ma noi crediamo nel nostro sogno

Il compito I veri nemici da battere oggi sono pressione ed euforia della piazza Sarri dovrà gestirle

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 ??  ?? Attacco/difesa In alto, lo stacco di Koulibaly dello 0-1; in basso, Howedes
Attacco/difesa In alto, lo stacco di Koulibaly dello 0-1; in basso, Howedes
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