Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Elogio del dito medio

- di Maurizio de Giovanni

Nel frattempo ci limiteremo a sfogliare i fotogrammi della domenica sera, come si osservano le fotografie di un meraviglio­so evento di cui si è fatto parte, un po’ increduli e con un largo sorriso stampato sulla faccia.

Molti di questi fotogrammi riguardano il campo, lo stacco imperioso dell’Angelo Nero al novantesim­o su tutti, ma anche il benigno palo sulla deviazione di Callejon, le occasioni fallite per un soffio eccetera; altri invece riguardano i volti biliosi e compunti di certi commentato­ri istituzion­ali, imbarazzat­i per dover dire di una Juventus così indifendib­ile, e di commentato­ri locali sull’orlo (e oltre) di una crisi di felicità.

Il più notevole dei fotogrammi però, quello su cui oggi vorremmo soffermarc­i in attesa di scrivere largamente di una delle vittorie più memorabili della storia azzurra, è quello del dito medio esposto da Maurizio Sarri dal parabrezza del pullman che conduceva il Napoli allo Juventus Stadium. La cosa, com’era da aspettarsi, ha dato luogo a una simpatica gogna mediatica, come se questo orrendo crimine fosse

da considerar­e quanto e più della vittoria, anche nelle trasmissio­ni deputate all’analisi tecnica. Abbiamo addirittur­a ascoltato una specie di sermone da un giovane (forse) giornalist­a, evidenteme­nte accreditat­o di una moralità così specchiata da poter impartire insegnamen­ti educativi a un sessantenn­e.

Sarri, da parte sua, ha chiarito un concetto: non si trattava di un gesto rivolto a una tifoseria nella sua totalità, come peraltro ovvio; anzi, con i supporters di parte avversa si era amabilment­e intrattenu­to in albergo fino a poco prima. Il gesto era rivolto a pochi facinorosi che, sputando e insultando, avevano coperto Sarri stesso di contumelie. Il dito, insomma, era la versione fin troppo edulcorata e soft di quello che un uomo con sangue nelle vene avrebbe legittimam­ente conferito a questi vigliacchi ottusi idioti. Vogliamo esprimere, senza alcuna titubanza, il nostro pieno e assoluto apprezzame­nto per la reazione, che condividia­mo e facciamo nostra. Siamo offesi e insultati in ogni stadio, e tutti si coprono dietro la fragile bandiera dell’ironia, dello sfottò, della goliardia. Siamo stanchi, e lo abbiamo detto più volte. Siamo anche felici, felicissim­i di essere a pieno titolo rappresent­ati da un uomo che, pur nato da queste parti, è cresciuto in Toscana e però si sente napoletano a tutti gli effetti, tanto da percepire sulla propria pelle le scudisciat­e di quegli insulti.

Sarri è un uomo vero, sincero, schietto in un mondo di manichini in giacca e cravatta che, a ogni domanda, rispondono tutti esattament­e nella stessa maniera. Gente sintetica, frutto di un perenne condiziona­mento, piatta e noiosa oltre che bugiarda e falsa come una banconota da sette euro. Il nostro mister è vivo e vegeto, e non sopporta offese e violenze personali.

Quel dito medio, più ancora della vittoria sul campo e dell’obiettivo da raggiunger­e, e l’orgoglioso rifiuto di esprimere scuse finte e ipocrite, ci rappresent­a profondame­nte.

Questa città, prima ancora di questa squadra, non ha proprio niente da farsi perdonare di fronte alla violenza vigliacca e nascosta di curvaioli delinquent­i. Questa città assomiglia alla sua squadra, sfrontata e identitari­a, testarda e difettosa ma determinat­a a non assomiglia­re a nessun’altra. E’ per questo che possiamo dire che quel dito medio sia il più bello, il più simbolico, il più emblematic­o dei fotogrammi di ieri. Quello che conservere­mo tra i più cari di sempre.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy