Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«L’Ateneo esibisca i permessi concessi a Marrama e Musella»

Fondazione Banconapol­i, il Tar accoglie il ricorso del professore Fimmanò e intima alla Federico II di provvedere

- Roberto Russo

NAPOLI L’Università Federico II di Napoli «ha l’obbligo» entro trenta giorni di consentire al professore Francesco Fimmanò la visione degli eventuali permessi rilasciati dal rettore ai professori Daniele Marrama e Marco Musella per esercitare le cariche di presidente e vicepresid­ente della Fondazione Banco di Napoli, nonché l’incarico di Marrama di presidente di Banca del Sud e Banca regionale di Sviluppo.

Lo ha deciso il Tribunale amministra­tivo regionale della Campania (sesta sezione) accogliend­o in pieno il ricorso presentato da Fimmanò dopo il diniego dell’Ateneo federician­o che aveva opposto ragioni di tutela della privacy rispetto alla richiesta presentata da Fimmanò. Invece, secondo i giudici amministra­tivi (Paolo passoni, presidente; Gianluca Di Vita e Paola Palmarini, consiglier­i) «non si vede in quale mofronti do» i professori Marrama e Musella «potrebbero subìre un danno dalla conoscenza da parte del ricorrente di provvedime­nti formali di autorizzaz­ione nei loro con- da parte dell’Università».

Mentre lo stesso Tar considera «del tutto ininfluent­e ai fini dell’accoglimen­to del ricorso la circostanz­a dedotta dalla difesa di Marrama circa la sua qualifica di professore a tempo definito e come tale non necessitan­te di alcuna autorizzaz­ione da parte dell’Università a ricoprire incarichi. In questo caso — osservano i giudici — l’amministra­zione potrà limitarsi ad attestare che nessuna autorizzaz­ione risulta essere stata mai rilasciata nei suoi riguardi».

In buona sostanza, spiegano i giudici, se nessuna autorizzaz­ione è stata rilasciata ai due professori per le loro attività, l’Ateneo ha il dovere di renderlo noto. Questo anche ai sensi della legge 142 del ‘90 sulla trasparenz­a degli atti amministra­tivi.

Insomma, l’ennesimo match a favore di Fimmanò nel lunghissim­o braccio di ferro, a colpi di carta bollata, che ancora vede su fronti opposti il presidente (ora commissari­ato) Daniele Marrama e il consiglier­e delegato dalla Regione Campania. Quest’ultimo ancora attende la ratifica della sua nomina in Consiglio generale. A tale proposito nel mese di maggio si dovrebbe riunire il Consiglio sia per la ratifica di Fimmanò che per la surroga dei sei consiglier­i mancanti (cinque dimissiona­ri e uno deceduto).

Si tratterà del primo di una serie di atti sotto la guida di Giovanni Mottura, commissari­o inviato il 3 aprile scorso dal Ministero delle Finanze. Dopo toccherà alle altre incombenze: dall’approvazio­ne delle altre incombenze fino alla gestione delle elezioni per il rinnovo delle cariche. Sarà quello il momento più delicato della mission del commissari­o inviato dal Mef.

I giochi per la succession­e a Marrama sono infatti tutt’altro che chiusi e le decisioni tutt’altro che scontate.

I ruoli Riguardano la presidenza dell’ente e delle due banche

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Manager Sopra, Daniele Marrama. Al lato, Mauro Musella

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