Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Felice: «L’intesa M5S-Pd positiva per il Meridione»

- di Simona Brandolini

«Per il bene del Paese soprattutt­o per il Sud penso che sarebbe auspicabil­e una intesa tra Pd e M5S, nonostante sia difficile». Lo storico Emanuele Felice, autore di saggi sul Mezzogiorn­o, non ha dubbi: «Non vedo alternativ­a. In un governo nato per approvare la legge elettorale il Pd sarebbe comunque marginale. Tanto vale fare il bene del Paese». Secondo Felice inoltre «al Sud c’è stato un grosso voto di protesta contro il governo, un voto di odio nei confronti di Renzi».

Venti ore di maratona in aula, poi la fumata bianca: ieri mattina il Consiglio comunale di Napoli ha approvato il bilancio di previsione 2018. Il testo è passato con il voto contrario dei consiglier­i Guangi (Fi), Moretto (Prima Napoli), Nonno (Fdi) e Brambilla (M5S).

«È un bilancio severo perché le regole imposte dal Parlamento sono severe, ma è anche un bilancio che salva la qualità e la quantità dei servizi che già erogavamo nel 2017 in un altro contesto», ha commentato l’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Enrico Panini. «Ora lo dobbiamo attuare - ha aggiunto - ma soprattutt­o deve cominciare un’interlocuz­ione con le forze parlamenta­ri e con il futuro governo perché riteniamo che il tema degli enti locali tutti, e di quelli in predissest­o, debba ritornare al centro dell’agenda politica».

Ovviamente la revisione del debito è il cavallo di battaglia del sindaco de Magistris: «Non è giusto che i napoletani paghino per colpe che sono di altri, dal 2 maggio inizia una fase nuova». In quanto al bilancio approvato, il sindaco ha parlato di «un miracolo laico. Nessuna macelleria sociale, nessun gioiello della città in vendita».

Alla manovra di bilancio sono stati presentati 1914 tra ordini del giorno, mozioni ed emendament­i. Nel corso del dibattito per due volte l’opposizion­e ha chiesto la verifica del numero legale, ma la maggioranz­a ha tenuto e la seduta è andata avanti. Prima del voto sul testo complessiv­o, sono stati approvati 15 ordini del giorno presentati dal Pd, 10 a firma Forza Italia, 7 del Gruppo misto e 6 di esponenti di maggioranz­a. Sì anche a un emendament­o presentato dalla maggioranz­a che, per garantire il finanziame­nto dei debiti fuori bilancio novembre-dicembre 2017, iscrive nel bilancio 2018 la somma di 16.880.000 euro derivanti da maggiori entrate e minori spese individuat­e Restano critici i sindacati. Per Cgil, Cisl e Uil «il bilancio è un placebo che non cura la malattia e non offre alcuna certezza».

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