Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cafiero de Raho: chi sa qualcosa sul delitto Vassallo si faccia avanti
Al San Carlo per lo spettacolo sul sindaco pescatore. Cafiero: chi sa parli
NAPOLI «Siamo ottimisti, perché la pista della droga è la pista giusta. Bisogna solo sapere chi è che la gestiva». Ora che i pm di Napoli provano a far ripartire le indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo, i familiari del sindaco di Pollica si sentono più speranzosi e meno soli. L’invio alla Dda di Salerno degli atti relativi all’inchiesta sul traffico di cocaina da parte del clan Ciccarelli — Sautto in cui è coinvolto il brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi è coinciso con la manifestazione organizzata al teatro San Carlo per ricordare Vassallo: uno spettacolo, «Il sindaco pescatore», dedicato agli studenti e preceduto da un dibattito. Non poteva mancare Dario Vassallo, fratello del sindaco e presidente della fondazione a lui intitolata. «Bisogna capire chi gestiva il traffico di droga in Cilento. Il traffico, ripeto, perché qui non parliamo di grammi. Per avere affrontato questo argomento io ho già ricevuto quattro o cinque querele. Questo scambio di atti tra Napoli e Salerno è un segnale ottimo, significa che l’attenzione sulla morte di mio fratello non è calata». Dario Vassallo, così come gli altri familiari, si è sempre battuto perché la verità saltasse fuori, anche se amara: lo ha chiesto, in particolare, all’Arma dei carabinieri. «Se anche ci fosse una pecora zoppa — commenta oggi — questo non vorrebbe dire che bisogna uccidere tutto il gregge». Il fratello del sindaco assassinato ha scritto un libro ripercorrendo otto anni di speranze, delusioni, depistaggi e fallimenti: lì, assicura, c’è scritto chi è l’assassino; basta saper leggere.
Torna a esprimere fiducia nel lavoro degli inquirenti anche il capo della Dna, Federico Cafiero de Raho, che nel corso del convegno ha denunciato l’omertà dei cittadini e ribadito: «Chi sa parli». «È vero — ha detto — che in tanti anni non ci è ancora arrivati all’identificazione del responsabile, ma è anche vero che dal 2010 le indagini sono proseguite. Tuttora ci sono altre tracce, altre piste investigative, e questo dimostra che di fronte a determinati crimini non ci si ferma fino a che non c’è il nome degli autori». Il presidente della Camera e presidente del Consiglio incaricato, Roberto Fico, ha inviato un messaggio: «L’impegno ostinato di Angelo Vassallo, la sua coerenza, lo hanno portato inevitabilmente a scontrarsi con interessi di clan e gruppi di potere. Ha accettato lo scontro con passione e molto coraggio. Un coraggio che molto probabilmente gli è costato la vita».
Nei prossimi giorni, dunque, il pm di Napoli Maria Di Mauro, che indaga sul traffico di droga con il coordinamento dell’aggiunto Giuseppe Borrelli, e il suo collega di Salerno Leonardo Colamonici si scambieranno informazioni e punti di vista. I Vassallo attendono, con fiducia.
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Il fratello Bisogna capire chi gestiva il traffico di droga in Cilento È quella la chiave