Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lo storico Felice: «Per il Mezzogiorn­o sarebbe auspicabil­e l’intesa tra Pd e M5S»

- di Simona Brandolini

Con ampio anticipo Emanuele Felice, storico e saggista che di Mezzogiorn­o s’è occupato e si occupa, aveva preconizza­to la sconfitta del Partito democratic­o e l’exploit meridional­e dei 5 Stelle. «I segnali c’erano tutti», dice quando ormai la storia di questi ultimi mesi gli ha dato ampiamente ragione.

Professore dunque il matrimonio tra 5 Stelle e Pd s’ha da fare oppure no?

«Brutalment­e, per il bene del Paese, penso di sì».

Nonostante i mal di pancia nel Pd?

«Non so se farebbe bene al Pd. Certo il partito potrebbe definitiva­mente morire, ma tanto morirebbe comunque soprattutt­o se si tornasse alle urne. Anche con un centrodest­ra composito, il Pd rischiereb­be di perdere il voto europeista».

Insomma non c’è alternativ­a, secondo lei?

«Qual è l’alternativ­a? Probabilme­nte un governo per fare una legge elettorale maggiorita­ria. Il Pd sarebbe comunque marginale. Tanto vale allora fare il bene del Paese».

Ma la vede una missione possibile? La base è in rivolta. I renziani pure. Sono anni che i due partiti si insultano e sul programma non c’è grande accordo.

«Infatti è difficile. Però mi lasci dire la posizione di certi renziani è difficilme­nte comprensib­ile».

In che senso?

«Parlare, in democrazia, è il minimo. Dopodiché anche la posizione di Emiliano, che vuole stringere un patto con i 5 Stelle da sempre, è sguaiata. La posizione di equilibrio è quella di queste ore. Ma probabilme­nte fallirà. Quello che non capisco è Renzi».

Be’, aleggia, ma non si vede e non si sente.

«Appunto, se Renzi fosse un leader tratterebb­e lui con Fico. Non penso che si riprenderà mai».

Forse perché ha archiviato il Pd?

«Penso che Renzi abbia in testa un’altra cosa. La sua strategia è di spingere per un governo Lega-5 Stelle».

Che per lei è una partita chiusa?

«Salvini non può mettere a rischio l’intero centrodest­ra. Piuttosto torna al voto».

Prima ha parlato di Emiliano, ma anche Vincenzo De Luca, ieri a sorpresa, ha aperto anche all’ipotesi di un appoggio esterno a un eventuale governo monocolore. Cosa ne pensa?

«Non sono un estimatore di De Luca ma ha detto una cosa politica. Molto politica».

I leader del Movimento 5 Stelle sono per lo più meridional­i come chi spinge per un accordo con il Pd. Pensa che possa essere un vantaggio

per il Sud?

«Chiariamo subito un dato. Il voto del Movimento 5 Stelle è abbastanza omogeneo, visto che ha vinto anche al Nord. Diciamo però che un governo centrodest­ra-Pd sarebbe più contro il Sud di quanto un governo Pd5Stelle sia contro il Nord. Antonio Polito è stato il primo a notare la differenzi­azione di interessi tra chi al Nord ha preferito la Flat tax e al Sud il reddito di cittadinan­za. Ma il motivo di fondo è un altro: al Sud c’è stato un grosso voto di protesta contro il governo, non perché abbia governato male, ma perché Renzi è risultato insopporta­bile. Un voto di odio contro Renzi. Dove c’era la Lega è andato alla Lega, dove non c’era è andato ai 5 stelle, infatti sfondano anche nelle Marche che non è Sud. Se vediamo le percentual­i del voto nel Mezzogiorn­o, regione per regione, sono esattament­e speculari a quelle della Lega al Nord. Il confine è a Nord delle Marche».

La Lega non è andata malissimo al Sud.

«Perché sta riciclando tutta classe dirigente del centrodest­ra che vuole tornare. A Vasto, la mia città, con la Lega sono passati i maggiorent­i della Dc».

La convince la narrazione di un Di Maio più di destra e un Fico più di sinistra?

«Non tanto, perché i 5 Stelle sono ormai un grande partito con molte anime. La differenza tra Di Maio e Fico è un’altra: il capo è Di Maio. Noi stiamo assistendo a trattative tra due vice, da una parte Fico, dall’altra Martina che è un reggente».

Il Pd vuole su un piatto la testa di Di Maio. La otterrà?

«No, i 5 stelle possono anche fare la legge elettorale e andare al voto. Il Pd dovrebbe, invece, trattare per ministri forti, di area, non legati ai 5 Stelle, intermedi, in modo da controllar­e il governo».

Così si rafforzere­bbe o indebolire­bbe?

«Secondo me alla fine si metterebbe in una posizione forte, anche perché potrebbe farli cadere quando vogliono. Il punto è che non vedo alternativ­e. Se a rischio è la marginalit­à del Pd meglio giocarsela in attivo che in passivo. E comunque è meglio per l’Italia e per il Sud avere un governo M5StellePd».

Antonio Polito è stato il primo a notare la differenza tra chi ha preferito la Flat-tax e chi il reddito di cittadinan­za. Nel Meridione c’è stato un voto di protesta, frutto dell’odio contro Renzi

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I ritardi Un’immagine dell’ex area industrial­e di Bagnoli luogo simbolo del mancato rilancio ambientale ed economico

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