Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Festa scudetto al museo
La promessa del direttore di Capodimonte Sylvain Bellenger: «Apriremo la Sala da Ballo»
Quando era arrivato a
NAPOLI Napoli, tre anni fa, probabilmente non immaginava che la città lo avrebbe travolto così tanto dal punto di vista emotivo. E non soltanto per ragioni artistiche. Il pallone è una febbre contagiosa, un virus della passione che non ha risparmiato Sylvain Bellenger, direttore del museo di Capodimonte. Che tra le prime iniziative fece realizzare un campo di calcio nel Parco. Il manager francese, aveva inaugurato la stagione della cultura con gli altri direttori stranieri e l’obiettivo comune era il primato dell’arte. I visitatori di Capodimonte, come del resto quelli degli altri musei della città, sono più che raddoppiati e il Real Bosco oggi è qualcosa di più di una istituzione di prestigio. È un parco dove Bellenger ha fatto sistemare panchine, adottate da chi aveva una bella storia da raccontare (iniziativa realizzata anche con il Corriere
del Mezzogiorno), ha di recente inaugurato un campo da rugby. E si è spinto con una promessa che, probabilmente, qualche anno fa nessuno si sarebbe aspettato. «Se il Napoli dovesse vincere lo scudetto, mi piacerebbe aprire la nostra sala da ballo e festeggiare tutti insieme. Squadra e tifosi appassionati del Napoli». Non è stato l’ultimo e incredibile capovolgimento di fronte a sollecitare Bellenger. Sarebbe stato troppo facile. Il direttore di Capodimonte, quando ancora il duello punto a punto tra Napoli e Juventus si giocava su distanze variabili da sette a quattro lunghezze, aveva già accettato di intervenire a una trasmissione sportiva dell’emittente locale Tv Luna, lasciandosi travolgere dall’onda della passione tutta pallonara. «Al primato dell’arte sarebbe importante associare quello dello sport in una città che lo merita più di qualsiasi altra». Queste le sue parole più recenti rispetto alla possibilità concreta che la squadra di Maurizio Sarri possa riuscire ad aggiudicarsi lo scudetto, atteso quasi trent’anni. «Apro le porte del museo alla città». La promessa oggi ha un valore ancor più importante. E Bellenger è intenzionato a mantenerla. La scaramanzia impone per ora il silenzio, sebbene il direttore domenica sera - si trovava a Napoli ha seguito con molto interesse l’euforia che ha travolto la città dopo la vittoria storica del Napoli contro la Juventus. Manca un solo punto e manca un solo mese prima che il calcio possa sposare l’arte e vivere la festa più attesa in uno dei musei più prestigiosi della città. Bellenger non ha visto Juventus-Napoli, ma l’esplosione di gioia della città al minuto novanta con il gol di Koulibaly gli è giunta in maniera fragorosa. «Amo Napoli», e lo ha ribadito in più di un’occasione. Quando aveva promesso in tv di concedere la sala ai festeggiamenti, non si era sottratto a un’altra richiesta del giornalista che lo aveva convinto ad intonare le note di Oj vita oj vita mia. Si era divertito e anche emozionato. Bisogna aspettare che il campionato dia ora il verdetto più atteso e Sylvain Bellenger ha imparato anche ad essere scaramantico. Per ora, silenzio. Poi la grande festa.
Al primato dell’arte sarebbe bello associare quello dello sport in una città che lo merita
«Amo Napoli e sarei felicissimo se potesse realizzare il sogno atteso da 30 anni»