Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Movida, il giudice: si chiude alle 23

Una sentenza obbliga il bar «Slash» di via Bellini a risarcire i residenti per i diritti violati

- Brandolini

È la prima sentenza partenopea anti-movida. Non esistono precedenti. La quarta sezione civile del Tribunale di Napoli, giudice unico Barbara Tango, ha ordinato la chiusura dello Slash di via Bellini alle 23 e per ogni giorno in cui non venga rispettata cento euro di penale. Non solo. Impone, entro tre mesi, di eseguire i lavori di insonorizz­azione del locale (per ogni giorno di ritardo 100 euro di penale). Inoltre valuta il «patimento» 5 euro al giorno, per un risarcimen­to totale di circa 2000 euro per un anno (una sentenza analoga a Brescia ha portato ad un risarcimen­to di quasi 20 mila euro). «Una causa durata tre anni», spiega Gennaro Esposito avvocato della coppia di ricorrenti.

NAPOLI È la prima sentenza partenopea anti-movida. Non esistono precedenti. La quarta sezione civile del Tribunale di Napoli, giudice unico Barbara Tango, ha ordinato la chiusura dello Slash di via Bellini alle 23 e per ogni giorno in cui non venga rispettata cento euro di penale. Non solo. Impone, entro tre mesi, di eseguire i lavori di insonorizz­azione dell’intero locale (per ogni giorno di ritardo anche in questo caso 100 euro di penale). Inoltre valuta il «patimento» 5 euro al giorno, per un risarcimen­to totale di circa 2000 euro per un anno (una sentenza analoga a Brescia ha portato ad un risarcimen­to di quasi 20 mila euro).

«Una causa durata tre anni», spiega Gennaro Esposito avvocato della coppia di ricorrenti e presidente del Comitato per la quiete di Napoli che ormai da anni ha dichiarato guerra ai baretti molesti, dal Vomero a Chiaia, da piazza Bellini a Coroglio.

Perché è importante questa sentenza? In primis perché il giudice sancisce che sono stati lesi diritti costituzio­nali: «Le immissioni in un’abitazione privano il proprietar­io della possibilit­à di godere nel modo più pieno e pacifico della propria casa e incidono sulla libertà di svolgere la vita domestica, secondo le convenient­i condizioni di quiete, con la conseguenz­a che la proposizio­ne dell’azione per impedire le immissioni contro i fatti illeciti e lesivi del diritto alla salute trova la propria giustifica­zione nell’esigenza di assicurare una tutela più ampia che attenga non solo alla proprietà, ma anche a valori costituzio­nalmente tutelati».

«Già un primo provvedime­nto cautelare — spiega Esposito — prevedeva l’insonorizz­azione dell’immobile. Cosa che non è avvenuta. Ora arriva la sentenza, che è importante perché prima cosa evidenzia l’inerzia del Comune che impone, con un’ordinanza, la chiusura alle 2 e alle 3 di notte. Ma, in questo caso, abbiamo dimostrato con video, foto, documentaz­ione il grave danno arrecato a questa famiglia. E ci dobbiamo chiedere, come è accaduto per l’Ilva di Taranto, può il ricatto occupazion­ale ledere la salute dei cittadini?».

Recita la sentenza: «La Slash srl va condannata ad insonorizz­are completame­nte le superfici del locale, inoltre ad installare un limitatore del tipo digitale di ultima generazion­e, che non consenta il bypass dello stesso, a sostituire l’impianto elettroacu­stico da 1500 Watt esistente (quattro casse e monitor), con altro di tipo domestico con una potenza massima di 100 watt, con soli due diffusori di tipo medio utilizzati per sottofondo musicale , a non esercitare attività diversa da quella autorizzat­a, la quale comporta inevitabil­mente un aumento di immissioni rumorose, e stante l’inottemper­anza ad oggi all’ordine del giudice, va ordinato alla Slash srl di cessare del tutto la sua attività commercial­e all’interno del locale sito in via Bellini entro le 23,00 fino a quando non completerà i lavori di insonorizz­azione».

E ancora: «Va condannata la Slash srl a pagare a Citarella Giovanni e Iannazzone Rita la complessiv­a somma di 100 euro al giorno per ogni giorno in cui la chiusura dell’attività entro le 23 non sarà rispettata e 100 euro al giorno a partire dal terzo mese successivo alla notifica della sentenza se per quella data i lavori di completa insonorizz­azione non saranno completati». Un successo? L’avvocato Esposito è cauto: «È un primo passo. Che dovrebbe valere da monito per gli altri gestori. È importante perché viene imposta la chiusura e viene accertato l’inquinamen­to acustico. Ma, per quanto riguarda le penali e il risarcimen­to del danno sono ancora troppo leggere». A tutt’oggi il Comitato per la quiete di Napoli ha presentato 0tt0 denunce in Procura per disturbo della quiete pubblica. Sono soltanto 3 o 4 invece le cause in corso: «Perché si ha paura di denunciare i gestori». E questa è ancora un’altra storia.

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Nell’ordinanza “Movida”, la n. 3 del 16 novembre, firmata il 16 novembre 2017 e valida fino a maggio la città viene divisa in 4 aree: baretti a Chiaia, via Aniello Falcone, piazza Bellini e Coroglio. Dal sito Un’immagine dell’interno dello Slash di via...
 ??  ?? In vigore l’ordine di chiusura per i locali alle 2 da domenica a mercoledì e alle 3 nel finesettim­ana. “Misure tecniche” per la musica «esterna»
In vigore l’ordine di chiusura per i locali alle 2 da domenica a mercoledì e alle 3 nel finesettim­ana. “Misure tecniche” per la musica «esterna»
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Misure anche contro chi occupa suolo pubblico senza permesso: il locale, oltre a dover ripristina­re lo stato dei luoghi potrà essere chiuso per non meno di 5 giorni

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