Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Non solo rimpasto in giunta De Magistris ora pensa anche ai consiglieri delegati
L’ipotesi riguarda tre presidenti di commissione: Simeone, De Majo e Caniglia. Pochi cambi in giunta
NAPOLI Cambiare poco la squadra di assessori assegnando però deleghe-chiave ai consiglieri comunali di maggioranza, meglio se presidenti di commissione. Eccolo lo schema a cui il sindaco de Magistris sta lavorando. Si tratta di una griglia del tutto nuova, una sorta di «piano B», per cercare di far fronte al problema del rimpasto, tutt’altro che semplice, coinvolgendo direttamente i partiti della coalizione. Un po’ come accade alla Regione, dove Luca Cascone, presidente della Commissione Trasporti, gestisce su delega del presidente Vincenzo De Luca l’intero settore della Mobilità in assenza di un assessorato ai Traporti.
Ecco allora che al Comune di Napoli potrebbe accadere qualcosa di molto simile. Nino Simeone, per esempio, da presidente della Commissione Mobilità di «Agorà» (partito che non ha rappresentanti in giunta) potrebbe vedersi assegnare dal sindaco la delega ai vigili urbani, attualmente in capo ad Alessandra Clemente, o alla Viabilità, oggi in capo a Mario calabrese.
Ma Simeone potrebbe non essere l’unico presidente di Commissione a gestire su mandato del sindaco deleghe «pesanti». Anche Eleonora Di Majo, presidente della Commissione Urbanistica e ai Beni comuni, potrebbe assumerne le deleghe assessorili liberando da compiti gravosi Carmine Piscopo e Ciro Borriello, due assessori che già gestiscono moltissimi segmenti.
Va detto però che la De Majo è tra coloro che spingono per entrare direttamente in giunta. Fosse così, dovrebbe dimettersi da consigliere comunale: le subentrerebbe Elena De Gregorio, prima dei non eletti con Dema, nipote di Umberto De Gregorio, presidente dell’Eav. Ma non solo. Anche le deleghe al Welfare, oggi gestite da Roberta Gaeta, potrebbero essere assegnate — in tutto o in parte — a Maria Caniglia, presidente della Commissione Politiche sociali. La Caniglia è esponente del gruppo «Sfasteriati», che ha tre consiglieri e che sta premendo per far entrare in giunta proprio Caniglia. Stesso discorso varrebbe per Marco Caudini dei Verdi, che potrebbe entrare in giunta al posto della verde Maria D’Ambrosio. De Majo, Caniglia e Caudini peraltro rappresenterebbero, vista la loro giovane età, quel new deal per la giunta tanto voluto dal sindaco.
Per il resto, se passasse poi anche l’ipotesi di lavoro delle deleghe importanti «pesanti» gestite dai presidenti di commissione, il cerchio si chiuderebbe senza lasciare scontenti e senza toccare troppo la giunta, ma anzi coinvolgendo a pieno titolo la maggioranza in Consiglio comunale che non sempre si sente rappresentata dagli assessori in giunta. Del resto, la coperta è corta e rispetto al primo mandato de Magistris ha dovuto fare i conti con un assessorato in meno (prima erano 12). Inoltre, molti assessori li ha scelti direttamente lui, ignorando le indicazioni del Consiglio comunale. Anche se poi nel tempo molti assessori hanno aderito a Dema, perciò oggi è davvero complicato allontanarli dalla giunta. Tanto più in vista del 25 maggio, quando si terrà il primo congresso nazionale di Dema, con il primo cittadino che intende allargare la pattuglia, quindi il consenso, e non lasciare scontenti tra le varie anime del partito. E poi l’esperimento dei consiglieri delegati de Magistris lo ha già fatto durante il primo mandato, quando a Teresa Caiazzo, Luigi Esposito, Antonio Luongo, Francesco Vernetti, Carmine Schiano, Carmine Sgambati e Carmine Attanasio assegnò deleghe precise in alcuni settorichiave.