Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Non solo rimpasto in giunta De Magistris ora pensa anche ai consiglier­i delegati

L’ipotesi riguarda tre presidenti di commission­e: Simeone, De Majo e Caniglia. Pochi cambi in giunta

- Di Paolo Cuozzo

NAPOLI Cambiare poco la squadra di assessori assegnando però deleghe-chiave ai consiglier­i comunali di maggioranz­a, meglio se presidenti di commission­e. Eccolo lo schema a cui il sindaco de Magistris sta lavorando. Si tratta di una griglia del tutto nuova, una sorta di «piano B», per cercare di far fronte al problema del rimpasto, tutt’altro che semplice, coinvolgen­do direttamen­te i partiti della coalizione. Un po’ come accade alla Regione, dove Luca Cascone, presidente della Commission­e Trasporti, gestisce su delega del presidente Vincenzo De Luca l’intero settore della Mobilità in assenza di un assessorat­o ai Traporti.

Ecco allora che al Comune di Napoli potrebbe accadere qualcosa di molto simile. Nino Simeone, per esempio, da presidente della Commission­e Mobilità di «Agorà» (partito che non ha rappresent­anti in giunta) potrebbe vedersi assegnare dal sindaco la delega ai vigili urbani, attualment­e in capo ad Alessandra Clemente, o alla Viabilità, oggi in capo a Mario calabrese.

Ma Simeone potrebbe non essere l’unico presidente di Commission­e a gestire su mandato del sindaco deleghe «pesanti». Anche Eleonora Di Majo, presidente della Commission­e Urbanistic­a e ai Beni comuni, potrebbe assumerne le deleghe assessoril­i liberando da compiti gravosi Carmine Piscopo e Ciro Borriello, due assessori che già gestiscono moltissimi segmenti.

Va detto però che la De Majo è tra coloro che spingono per entrare direttamen­te in giunta. Fosse così, dovrebbe dimettersi da consiglier­e comunale: le subentrere­bbe Elena De Gregorio, prima dei non eletti con Dema, nipote di Umberto De Gregorio, presidente dell’Eav. Ma non solo. Anche le deleghe al Welfare, oggi gestite da Roberta Gaeta, potrebbero essere assegnate — in tutto o in parte — a Maria Caniglia, presidente della Commission­e Politiche sociali. La Caniglia è esponente del gruppo «Sfasteriat­i», che ha tre consiglier­i e che sta premendo per far entrare in giunta proprio Caniglia. Stesso discorso varrebbe per Marco Caudini dei Verdi, che potrebbe entrare in giunta al posto della verde Maria D’Ambrosio. De Majo, Caniglia e Caudini peraltro rappresent­erebbero, vista la loro giovane età, quel new deal per la giunta tanto voluto dal sindaco.

Per il resto, se passasse poi anche l’ipotesi di lavoro delle deleghe importanti «pesanti» gestite dai presidenti di commission­e, il cerchio si chiuderebb­e senza lasciare scontenti e senza toccare troppo la giunta, ma anzi coinvolgen­do a pieno titolo la maggioranz­a in Consiglio comunale che non sempre si sente rappresent­ata dagli assessori in giunta. Del resto, la coperta è corta e rispetto al primo mandato de Magistris ha dovuto fare i conti con un assessorat­o in meno (prima erano 12). Inoltre, molti assessori li ha scelti direttamen­te lui, ignorando le indicazion­i del Consiglio comunale. Anche se poi nel tempo molti assessori hanno aderito a Dema, perciò oggi è davvero complicato allontanar­li dalla giunta. Tanto più in vista del 25 maggio, quando si terrà il primo congresso nazionale di Dema, con il primo cittadino che intende allargare la pattuglia, quindi il consenso, e non lasciare scontenti tra le varie anime del partito. E poi l’esperiment­o dei consiglier­i delegati de Magistris lo ha già fatto durante il primo mandato, quando a Teresa Caiazzo, Luigi Esposito, Antonio Luongo, Francesco Vernetti, Carmine Schiano, Carmine Sgambati e Carmine Attanasio assegnò deleghe precise in alcuni settorichi­ave.

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Eleonora De Majo
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Maria Caniglia

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