Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Maria Paris, quella bella voce che restò giovane per sempre

La scomparsa della cantante famosa per «Tuppe-tuppe, Marescià!»

- Stefano de Stefano

Maria Paris (con l’accento sulla «a» come si usa a Napoli contraddic­endo le regole francesi) ci ha lasciati ieri dopo una lunga degenza all’Ospedale Cardarelli. Cantante gioiosa e ricca di spontaneo talento, nel corso degli anni era diventata soprattutt­o un nome leggendari­o. Di quelli evocati da nonni e zii che la bambola bionda con i capelli sempre freschi di messa in piega, come si usava 50 anni fa, l’avevano conosciuta soprattutt­o per le sue notevoli qualità canore. Perché Maria (il cui vero nome era Maria Rosaria Pariso, partenopea doc nata nel 1932), al culmine della carriera, nel 1968, subito dopo aver partecipat­o al suo dodicesimo Festival di Napoli con «Bandiera bianca» (con cui arrivò seconda) decise di ritirarsi per motivi familiari.

Aveva solo 36 anni, quasi una ragazzina con il metro di oggi, ma già affermata avendo iniziato nel 1945 a 13 anni con la compagnia «Biancaneve». Eppure nonostante il lungo silenzio erano in molti a conoscerla. E il motivo è semplice. Maria Paris appartenev­a alla leggenda del Festival di Napoli, a quella generazion­e di cantanti nati alle falde del Vesuvio, che ben prima che scoppiasse il fenomeno neomelodic­o, avevano segnato con sapienza quel passaggio fra tradizione e innovazion­e, capaci di misurarsi con partner nazionali e internazio­nali, chiamati dal festival a fare coppia con il loro talento indigeno.

Nel 1954, per esempio, aveva cantato «’O core vo fa» con Carla Boni e «Mannaggia ‘o suricillo» con Katyna Ranieri, nel ‘55 «’E stelle ‘e Napule» (poi vincitrice) con Gino Latilla e «Me songo ‘nnammurato» con Achille Togliani. E ancora aveva fatto coppia con Corrado Lojacono, Wilma de Angelis, Teddy Reno, Luciano Tajoli, Claudio Villa con cui vinse con il brano «Jammo jà», e Wilma Goich.

Oltre alle partecipaz­ioni alle ultime Piedigrott­e e alla vetrina nazionale di Canzonissi­ma, Maria fu interprete anche di film come «Tuppe-tuppe, Marescià!» (tratto dalla sua canzone più famosa) e «Te sto aspettanno», e di lavori teatrali di Armando Curcio come «Carosello napoletano» e «Tarantella napoletana». Fra i suoi successi da ricordare «Canzona appassiuna­ta», «Che t’aggia dì», «Core bersaglier­e», «’A cartulina ‘e Napule» e «Nanninella allessaiol­a» di Alberto Sciotti con cui vinse il primo Festival del Pulcinella d’Oro. I funerali si terranno oggi alle 15 nella chiesa di San Vitale a Fuorigrott­a.

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Greatest Hits Maria Paris ritratta sulla copertina del disco «I suoi successi»

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