Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il porto cresce nella sinergia tra enti e privati
Dal 2014 è una delle realtà nazionali più dinamiche Ora però urgono azioni strutturali di investimento per il dragaggio, l’imboccatura, il potenziamento degli accessi stradali e la qualità delle manutenzioni
Gestire il porto salernitano non è stata impresa agevole. Uno dei fattori che ha limitato lo sviluppo dell’infrastruttura è stato il ciclico fenomeno dell’insabbiamento, dovuto alle caratteristiche geomorfologiche del litorale salernitano. L’epoca del massimo declino e abbandono è stata la prima metà del XIX secolo per mancanza di manutenzione e di dragaggio dei fondali. Salerno è entrata solo più tardi nel circuito dei traffici marittimi del Mediterraneo, gradatamente giovandosi anche del lento declino del porto di Amalfi. La relativa rilevanza dello scalo commerciale è stata evidente quando,nel 1852, il traffico di navi - e relativo tonnellaggio - di Amalfi fu tre volte superiore a quello salernitano.
Con la seconda guerra mondiale, il porto di Salerno ha vissuto altri momenti difficili: ai disastri dei bombardamenti si sovrappose il disordine strutturale ed organizzativo. Solo dopo il conflitto ebbe inizio la ricostruzione, e nel 1948 venne posata la prima pietra del nuovo porto. Negli anni ‘70 Salerno ha avuto l’opportunità di diventare un porto commerciale totalmente fruibile, restituendo alla città la porta verso il mare di cui era stata privata per secoli.
Negli ultimi decenni, questa ripresa ha assunto connotati sempre più rilevanti, per effetto di una comunità portuale coesa, che ha sempre saputo reagire alle evoluzioni commerciali con capacità propositiva. La limitatezza degli spazi operativi è stata tramutata in capacità di gestire in modo condiviso le risorse disponibili, in una logica cooperativa pur nel rispetto della concorrenza di mercato.
Dopo la grande crisi del 2007, dal 2014 in poi in porto si è segnalato come una delle realtà nazionali più dinamiche, grazie ad imprenditori che hanno creduto nello sviluppo e che hanno investito. Autostrade del mare con il Gruppo Grimaldi, container con il Gruppo Gallozzi, merci varie con Amoruso, il tutto con il supporto di una Compagnia Portuale lungimirante: Salerno continuerà a crescere anche nel 2018, dentro il nuovo abito organizzativo dell’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Centrale.
Non si può però continuare a crescere senza azioni strutturali di investimento nelle risorse comuni portuali: il dragaggio, l’imboccatura, il potenziamento degli accessi stradali, la qualità delle manutenzioni negli ambiti comuni. Si tratta di indirizzo di fondo condivisi, che si so- no impantanati nei centomila problemi di una burocrazia intollerabile che ha proclamato realizzazioni che erano ben lungi dall’essere a portata di mano.
Ora, con spirito di verità e con la sola voglia di raggiungere gli obiettivi necessari, attraverso la forza di una Autorità di Sistema, comincia un cammino che deve tenere saldi i principi di una comunità portuale unita, riuscendo al tempo stesso ad imboccare la strada maestra della efficienza amministrativa. Per il porto di Salerno si possono delineare percorsi di crescita sostenibile e duratura. La collaborazione tra istituzioni pubbliche e soggetti privati deve essere la cifra caratterizzante di questo percorso, sostenuto dal duro lavoro di tutti.
Nello spirito di verità La burocrazia proclama realizzazioni che erano ben lungi dall’essere a portata di mano