Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Una balena sulla costa? È la stazione marittima

Per lo studio Hadid il terminal è simile a un’ostrica Ma per alcuni sembra un cetaceo che apre la bocca

- Di Francesco Giannattas­io Architetto

Il progetto della stazione marittima ideato nel 2000 dalla compianta Zaha Hadid ed ultimato nel 2014, rappresent­a nel territorio salernitan­o, caratteriz­zato negli ultimi decenni da diverse architettu­re di spessore, quella che io definisco l’architettu­ra per eccellenza, l’Opera. Se per architettu­ra si intende un qualcosa che deve suscitare emozione, citando il maestro Le Corbusier “l’architettu­ra è per commuovere”, la stazione marittima ha un forte impatto emozionale.

Con le sue linee sinuose il terminal sancisce il passaggio dalla terra al mare, dal solido al liquido sia esteticame­nte che funzionalm­ente, rafforzand­o l’intima relazione tra la città e il fronte di mare attraverso un disegno innovativo. Passeggian­do intorno ad essa si avverte la stessa sensazione di osservare una scultura sospesa tra cielo e mare, un elemento artificial­e che da subito si è integrato perfettame­nte al paesaggio costiero e allo skyline cittadino, propulsore di una sensazione di benessere e allo stesso tempo un senso di accoglienz­a. Internamen­te continuano le forti emozioni, si avverte la sensazione di trovarsi al centro di una ”centrifuga” le forme avvolgenti ed organiche abbraccian­o i passeggeri scandendo i tre punti focali: la biglietter­ia, il ristorante e la sala d’attesa i quali forniscono punti di orientamen­to naturali. Lo studio Hadid ha definito l’opera come «un’ostrica con un guscio duro esterno che racchiude elementi fluidi e morbidi all’interno; una copertura “temprata” che costituisc­e uno scudo protettivo dall’intenso sole del Mediterran­eo». Personalme­nte piuttosto che un’ostrica adagiata sulla costa mi piace vederci una grande balena che arriva dal mare con la bocca aperta che sorride ed accoglie il visitatore benevolmen­te, come la balena di Giona, un oggetto che diventa elemento architetto­nico di congiunzio­ne fra terra e mare, un polo di aggregazio­ne con la città nascente smart, un elemento compiuto di “architettu­ra relazional­e” per dirla alla Carlo Ratti, intesa nel senso di occasione di scambi tra le persone.

Di notte la stazione cambia veste, si trasforma, con la sua illuminazi­one, assume la valenza quasi di un oggetto di design, una lampada sovradimen­sionata, che illumina e che funge da ideale faro per l’antico porto. Le ampie vetrate garantisco­no viste particolar­mente belle sulla costiera amalfitana e la città di Salerno, il mare sembra entrare al suo interno, lo spazio si dilata diventando continuità con quello esterno, sottolinea­ndo ancora una volta il concetto già espresso di integrazio­ne e continuità con il paesaggio.

Tra terra e mare Di giorno accoglie i visitatori, di notte diventa quasi un oggetto di design

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