Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Una balena sulla costa? È la stazione marittima
Per lo studio Hadid il terminal è simile a un’ostrica Ma per alcuni sembra un cetaceo che apre la bocca
Il progetto della stazione marittima ideato nel 2000 dalla compianta Zaha Hadid ed ultimato nel 2014, rappresenta nel territorio salernitano, caratterizzato negli ultimi decenni da diverse architetture di spessore, quella che io definisco l’architettura per eccellenza, l’Opera. Se per architettura si intende un qualcosa che deve suscitare emozione, citando il maestro Le Corbusier “l’architettura è per commuovere”, la stazione marittima ha un forte impatto emozionale.
Con le sue linee sinuose il terminal sancisce il passaggio dalla terra al mare, dal solido al liquido sia esteticamente che funzionalmente, rafforzando l’intima relazione tra la città e il fronte di mare attraverso un disegno innovativo. Passeggiando intorno ad essa si avverte la stessa sensazione di osservare una scultura sospesa tra cielo e mare, un elemento artificiale che da subito si è integrato perfettamente al paesaggio costiero e allo skyline cittadino, propulsore di una sensazione di benessere e allo stesso tempo un senso di accoglienza. Internamente continuano le forti emozioni, si avverte la sensazione di trovarsi al centro di una ”centrifuga” le forme avvolgenti ed organiche abbracciano i passeggeri scandendo i tre punti focali: la biglietteria, il ristorante e la sala d’attesa i quali forniscono punti di orientamento naturali. Lo studio Hadid ha definito l’opera come «un’ostrica con un guscio duro esterno che racchiude elementi fluidi e morbidi all’interno; una copertura “temprata” che costituisce uno scudo protettivo dall’intenso sole del Mediterraneo». Personalmente piuttosto che un’ostrica adagiata sulla costa mi piace vederci una grande balena che arriva dal mare con la bocca aperta che sorride ed accoglie il visitatore benevolmente, come la balena di Giona, un oggetto che diventa elemento architettonico di congiunzione fra terra e mare, un polo di aggregazione con la città nascente smart, un elemento compiuto di “architettura relazionale” per dirla alla Carlo Ratti, intesa nel senso di occasione di scambi tra le persone.
Di notte la stazione cambia veste, si trasforma, con la sua illuminazione, assume la valenza quasi di un oggetto di design, una lampada sovradimensionata, che illumina e che funge da ideale faro per l’antico porto. Le ampie vetrate garantiscono viste particolarmente belle sulla costiera amalfitana e la città di Salerno, il mare sembra entrare al suo interno, lo spazio si dilata diventando continuità con quello esterno, sottolineando ancora una volta il concetto già espresso di integrazione e continuità con il paesaggio.
Tra terra e mare Di giorno accoglie i visitatori, di notte diventa quasi un oggetto di design