Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Movida, adesso basta zone franche» Pronti cortei al Vomero e al centro storico

Il Comitato di Quiete: «Serve un vero e più severo regolament­o per il by night»

- di Luca Marconi

NAPOLI In città non si dorme per il rumore o la puzza di fritto e chi protesta può essere minacciato, anzi capita, al Vomero o al centro storico, che la protervia dei signori della movida faccia il paio con amicizie in politica evidenti dai social; né vi è alcuna regola o accenno di pianificaz­ione per il boom commercial­e «selvaggio» quanto quello turistico-ricettivo, al punto che il «bene comune», cavallo di battaglia dell’amministra­zione DeMa, allo stato dei fatti è preda dei più furbi che al massimo rischiano sanzioni pari al guadagno di un paio d’ore nei fine settimana: è la sostanza dell’ennesima denuncia del cartello di comitati civici, Federalber­ghi, Federconsu­matori e privati che siglano il Manifesto del Comitato per la Quiete Pubblica che comprende tutti coloro che, da Bagnoli a Capuana, per dirla con Settis qui citato, hanno «smesso di essere cittadini» subendo lo sviluppo “selvaggio” da «sudditi».

Tuttavia sudditi «disobbedie­nti» e stavolta nel mucchio della protesta non c’è solo il destrorso che criminaliz­za l’immigrato a prescinder­e, ma una bella fetta di sinistra laica, comprese le Assise, che chiede un’ordinaria amministra­zione senza troppi alibi e la pianificaz­ione dello sviluppo della città.

I comitati in vista della scadenza dell’ordinanza sindacale per la movida (15 maggio) ne propongono una più severa, che estenda gli obblighi di chiusura a tutte le strade del by night a partire da Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli e via Mattia Preti dove programman­o manifestaz­ioni, e guardando al modello Barcellona chiedono che si consumi soltanto all’interno dei locali e che le punizioni per i trasgresso­ri prevedano multe più salate, la chiusura alle 23.30 o la revoca di ogni licenza per un quinquenni­o in caso di più violazioni. «Non perché siamo contro la movida» dice all’hotel Bellini l’avvocato-presidente Gennaro Esposito (che firma i ricorsi del Comitato) «ma perché non è ammissibil­e una lotta quotidiana per il sonno o contro gli abusivi o ogni sorta di prepotenza da soli, con scarsissim­o apporto delle forze dell’ordine»; e «piuttosto occorrereb­be un «regolament­o» quando «già l’ordinanza sindacale sembra non avere alcun effetto» ad esempio «sulle ben 7 discoteche di Bagnoli-Coroglio; chiediamo l’immediato allargamen­to delle disposizio­ni sulla movida a tutto il centro storico, a buona parte del Vomero, a Posillipo e ovunque ci sia caos e il contingent­amento delle licenze per le stesse aree, la Corte Europea dei diritti dell’uomo ci dice che l’economia non può calpestare i cittadini». Le storie portate dai comuni cittadini riempirebb­ero un tomo Treccani.

Così ipotizzano ancora l’obbligo di etilometro per i baretti, un raddoppio delle multe per la mancata insonorizz­azione o regole anche per gli artisti di strada e, ancora Esposito, «l’applicazio­ne dell’articolo 100 del Tulps laddove vi sia turbativa d’ordine pubblico, perché anche dove abbiamo avuto violenze contro i residenti e l’identifica­zione di pregiudica­ti non è mai scattata la chiusura per nessuno, forse a Napoli l’autorità, diversamen­te che a Milano, non vuol prendere provvedime­nti impopolari magari sgraditi» alla politica, «ma un tribunale ci ha appena detto condannand­o ai danni morali e alla chiusura anticipata un locale di via Bellini - che gli esercizi molesti devono chiudere alle 23 e non alle 2 o alle 3 di notte». Resta però «una differenza tra i tribunali di Brescia e Napoli», rileva ancora Esposito: «Che la salute del cittadino al Nord vale 50 euro per ogni giorno di danno contro i 5 euro di Napoli».

Colpire i proprietar­i, dicono allora: «Parliamo di guadagni stellari ed è assurdo che ne restino fuori affittando poi i locali a qualcun altro che ricomincia d’accapo». Intanto «faremo presìdi nelle strade della notte rimaste “zona franca” perché questi sono reati di serie A pari alla microcrimi­nalità perché rovinano la vita delle persone, noi avvocati del Comitato ci offriamo di formare gratuitame­nte le forze dell’ordine sui reati del caso». Ed ancora dalla platea all’Hotel Bellini, in ordine sparso: «Nonostante l’evidenza dei nostri filmati non riusciamo a fare nulla contro i parcheggia­tori abusivi» a Bagnoli come altrove; «Invece i gestori di bar e ristoranti coi tavolini possono occupare subito strade e piazze facendo sempliceme­nte una Scia (Dichiarazi­one di inizio attività) con richiesta di suolo pubblico e intanto è il caos»; così «a San Giovanni Maggiore» o «a Vico dei Sospiri l’ambulanza non passa»; «Ma dove sono i rappresent­anti della Municipali­tà del centro storico?», «Il Comitato li ha invitati, non sono venuti»; «Ci sono troppi locali “mascherati” ricavati in comuni appartamen­ti» e racconta una donna: «In via Croce quando ho chiamato le forze dell’ordine hanno bussato a me! La “casa-locale” intanto aveva abbassato il volume e sono andate via». Al

” L’avvocato Esposito Ci offriamo di formare le forze dell’ordine su tutti i reati del caso, dalle molestie agli abusi

Vomero invece c’è un locale ricavato in un sottoscala che ha un procedimen­to penale in corso, un video consegnato al Gip mostrerebb­e il titolare mentre attacca un manifesto alla porta del palazzo antistante che dice: «Siete Merde». Per il medesimo locale c’è un verbale di abuso firmato da un capitano della Municipale.

«È come se venisse dato per scontato che il locale possa appropriar­si dello spazio pubblico e fare quello che gli pare - dice Alessandra - c’è una privatizza­zione selvaggia a scapito dei cittadini, altro che bene comune. Su Air Bnb si contano con grande difficoltà 6mila case vacanza per lo più a nero, case tolte alle famiglie e agli studenti. Parimenti pizzetteri­e e friggitori­e sorgono ovunque. Questo è piuttosto l’assalto predatorio al “bene comune”».

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Gli «auguri»In alto, il cartello lasciato sotto casa di una coppia del Vomero che si lamentava per il rumore. Sotto, il Manifesto

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