Corriere del Mezzogiorno (Campania)
De Luca e gli appelli per il San Paolo: se il Comune non c’è me la vedrò io
Il governatore: «La Regione ha erogato 270 milioni per i giochi studenteschi, 20 milioni per via Marina e 12 per il San Carlo. Nulla da Palazzo San Giacomo»
«Èla prima volta in vita mia che sento di una amministrazione comunale che sa lanciare soltanto appelli. A chi si rivolgono, a Padre Pio? Ma qualcuno ha spiegato loro che ha anche dei doveri? Invece fanno appelli. La Regione ha stanziato 270 milioni per l’Universiade, 20 milioni per via Marina, 12 per il San Carlo e loro nulla. Ci dicano che il Comune non esiste e me la vedo io».
NAPOLI «È la prima volta in vita mia che sento di una amministrazione comunale che sa lanciare soltanto appelli. A chi si rivolgono, a Padre Pio? Ma qualcuno ha spiegato loro che l’amministrazione comunale di Napoli ha anche dei doveri? Invece qui sono anni che fanno appelli. La Regione ha stanziato 270 milioni per l’Universiade, 20 milioni per il rifacimento di via Marina, 12 per il San Carlo e loro nulla. Ci dicano che il Comune di Napoli non esiste e me la vedo io».
Vincenzo De Luca respinge inviti, esortazioni, sollecitazioni. La Regione Campania, spiega a chiare lettere il governatore, non c’entra nulla con lo stadio San Paolo e niente può fare. Altro che mutui, garanzie sul debito e congetture varie. «Ciò che dovevamo fare — taglia corto il presidente della giunta — lo abbiamo fatto. Anzi, molto di più». E ripete ad ogni occasione che «non pretendo di essere ringraziato. Ma almeno si porti rispetto per la verità dei fatti e non si tenti di mettere il cappello su eventi, come l’Universiade, su cui piovono esclusivamente fondi regionali».
De Luca si sofferma sul tema centrale (la ristrutturazione dello stadio) dal quale sono scaturite le polemiche roventi che hanno coinvolto il presidente del Calcio Napoli, Aurelio De Laurentiis, e il sindaco Luigi de Magistris. In verità, il presidente della Regione nemmeno vorrebbe entrarci in queste liti a distanza. Ma il clima è tale che ieri pomeriggio il governatore, poco prima di intervenire ad un convegno organizzato da Magistratura indipendente a Santa Maria la Nova, ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’argomento, prendendo poi posto vicino a De Magistris, in prima fila, con il quale non è andato oltre un formalissimo e freddo saluto. Insomma, la crisi su San Paolo e sulla organizzazione della Universiade, ora che ha toccato anche il presidente del club calcistico, rischia di dar fuoco ad una lunga serie di rapporti istituzionali già da tempo vacillanti per altre ragioni.
I giovani imprenditori della Confapi ammoniscono le parti in causa: «Le Universiadi sono l’obiettivo, tutto il resto viene in coda. Soprattutto le polemiche e le lame incrociate che devono restare fuori dal campo — commenta Raffaele Marrone, presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli —. La priorità è realizzare l’evento e impedire che la Campania e l’Italia conquistino le prime pagine per non essere riuscite a organizzare uno degli appuntamenti sportivi più importanti al mondo. C’è bisogno di coesione, in questo momento. E di visione di lungo periodo. Per i chiarimenti c’è tutto il tempo, dopo».
Il governatore, ieri, durante il suo appuntamento settimanale su Lira tv è tornato a parlare di politica. Contestando il Pd («Nessuno sa cosa propone e rimanere all’opposizione senza operare scelte credibili non aiuterà a recuperare consenso») e sospendendo, senza pregiudizi, la valutazione sull’intesa governativa tra Lega e M5s: «Mi aspetto che questo governo produca leggi sulla sicurezza urbana a differenza di quello precedente».