Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Furto negli Scavi, turisti arrestati

Pompei, addetto alla Vigilanza denuncia coppia di francesi E un americano restituisc­e una statuetta rubata a Paestum

- P. Ros.

NAPOLI Due turisti francesi, marito e moglie, sono stati arrestati ieri per aver tentato di trafugare reperti dagli Scavi di Pompei. Decisivo è stato il tempismo di un addetto alla vigilanza del parco archeologi­co, Michele Cartagine, attivo esponente della Rsu aziendale, che ha notato l’uomo con fare sospetto armeggiare nel terreno alle spalle della casa di Loreto Tiburtino. L’addetto alla sorveglian­za ha così avvisato i carabinier­i della stazione interna agli Scavi che prontament­e giunti sul posto hanno fermato il turista.

Nello zaino dell’uomo i militari hanno rinvenuto 13 reperti che erano stati prelevati da un terreno in cui sono in corso delle campagne di ritrovamen­to. La donna alla quale si accompagna­va si era nel frattempo dileguata ma nelle borse in possesso dell’uomo sono stati trovati anche i documenti di lei. A questo punto sono partite le sue ricerche, culminate qualche ora dopo all’altezza del Foro Civile dove la donna è stata riconosciu­ta attraverso una foto ricavata dai documenti e fermata. Aveva una borsa a tracollo. Dall’involucro i carabinier­i hanno estratto un altro reperto trafugato dal parco, di dimensioni più ampie rispetto ai 13 ritrovati nello zaino del marito (17x7 centimetri): una lastra di marmo la cui provenienz­a fino a ieri era però ignota. Non si sa bene da quale ambiente di quale area è stata portata via.

La coppia di turisti francesi sarà processata questa mattina per direttissi­ma. La loro vacanza si concluderà almeno con una denuncia a piede libero. Una storia, questa, lontana anni luce da un’altra vicenda: quella di un cittadino americano di 60 anni che è tornato a Paestum per restituire ai responsabi­li del parco dei templi un reperto che si era portato via nel 1958, quando da bambino si recò in visita in quei luoghi assieme ai suo genitori.

Bob Martin, questo il nome del cittadino statuniten­se, ha riportato «a casa» una statuetta di Dioniso. A lui, questo il suo racconto, all’epoca dei fatti parve sempliceme­nte «un osso di un legionario romano». Con il passare del tempo e dopo essere stato sottoposto ad una serie di lavaggi con acqua corrente da parte del bambino, quel reperto si rivelò invece d’avorio. Rappresent­ava una divinità. «Da un'analisi preliminar­e ha detto il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriege­l, visibilmen­te commosso - sembra di poter riconoscer­e il dio Dioniso con la cornucopia, simbolo dell'abbondanza».

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I reperti L’uomo e la donna sono stati sorpresi con tredici oggetti piccoli ed una lastra di marmo tra zaini e borse

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