Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«La Gloriette», il pm: inchiesta da archiviare Non esclusi favoritismi
Scontro per l’assegnazione del bene confiscato ai clan
Caso Gloriette: il pm Sergio Amato ha chiesto al gip l’archiviazione del fascicolo. La scelta di assegnare una parte della struttura confiscata al boss Michele Zaza all’associazione «Arca Agende Rosse» piuttosto che alla cooperativa sociale «Orsa Maggiore», «rispettati i princìpi di pubblicità e trasparenza, è avvenuta nel rispetto dei fini di utilità sociale perseguiti dalla legislazione di riferimento, nell’esercizio di poteri discrezionali del Comune di Napoli non sindacabili dal giudice penale».
Dalla richiesta, tuttavia, affiora un dubbio: non si può escludere che ci fosse l’intenzione di favorire uno specifico concorrente, anche se questo non è illegale. Scrive infatti il pm: «L’unico punteggio che nella valutazione comparativa vede soccombente la cooperativa sociale “Orsa Maggiore” (rispettivamente 25 punti contro 29) è quello relativo alla “qualità complessiva del progetto”». Di conseguenza, «ogni valutazione in punto di logicità, ma soprattutto di opportunità della scelta ultima effettuata, in assenza di violazione di legge o regolamento, non è riconducibile allo schema normativo dell’articolo 323 del codice penale (abuso di ufficio, ndr) anche laddove tale scelta sottintendesse l’intenzione di favorire uno specifico concorrente, circostanza quest’ultima che non può escludersi nel caso di specie».
Non sussistono neppure gli estremi del falso ideologico, pure ipotizzato nella denuncia presentata da «Orsa Maggiore», che segnalava come la data di individuazione del progetto vincitore non coincidesse con nessuno dei giorni in cui la commissione del Comune si riunì. A meno di un’improbabile richiesta di ulteriori indagini da parte del gip, dunque, si avvia alla conclusione una vicenda che ha fatto molto discutere.
«Orsa Maggiore», tramite la sua responsabile, Angelica Viola, si era rivolta alla magistratura per chiedere se fossero stati rispettati tutti i criteri di legge nella concessione ad «Arca» del primo piano della villa e del circostante appezzamento di terreno coltivabile. Angelica Viola, nel corso dell’istruttoria, ha ripetuto al pm quanto aveva già raccontato al Corriere del Mezzogiorno: quattro mesi prima della gara bandita dal Comune era stata contattata dall’animatore dell’associazione «Agende rosse», Nunzio Sisto: questi in una telefonata le aveva riferito di essere interessato al fondo e agli spazi de «La Gloriette» e le aveva proposto un accordo per dividersi la gestione del bene confiscato. Una circostanza piuttosto singolare quella che Sisto già sapesse del bando.
In questi mesi di indagini il pm ha approfondito il contenuto dei due progetti. Quello di «Arca» era «la piena valorizzazione del bene confiscato alla camorra, facendolo diventare un reale “bene comune” attraverso la produzione di vino, ma anche con l’offerta dello spazio di produzione come luogo di socialità». La ricaduta sociale prevedeva anche un servizio di pet therapy (la cura delle disabilità con l’aiuto di animali) e la formazione di educatori cinofili; infine la realizzazione di un impianto di compostaggio e la ristrutturazione dell’immobile. La cooperativa «Orsa Maggiore» avrebbe voluto invece impegnare i suoi ospiti (sessanta ragazzi disabili) in un’attività di impresa agricola con partnership del calibro di Slow Food e Legambiente: coltivare prodotti agricoli da rivendere e aprire un piccolo B&B per incentivare il turismo sociale. Il progetto prevedeva un investimento di 266 mila euro per la ristrutturazione della struttura e del fondo e un fatturato al terzo anno di 365 mila euro.
Un anno fa «La Gloriette» fu visitata dalla duchessa di Cornovaglia Camilla Parker Bowles, moglie di Carlo d’Inghilterra, che si soffermò in particolare a osservare un murale di pietra fatto realizzare da Michele Zaza.
Il magistrato La scelta di assegnare parte della struttura è avvenuta nel rispetto dei fini di utilità sociale, anche laddove tale scelta sottendesse l’intenzione di favorire uno specifico concorrente, circostanza quest’ultima che non può escludersi nel caso di specie