Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Gnut: «Nel napoletano non esiste il verbo amare Per il sentimento c’è un sostantivo: ammore»
Spinto dall’immediato successo dell’Ep uscito il 27 aprile scorso, Hear My Voice, Gnut approda finalmente nella sua Napoli dove si esibirà domani sera dalle ore 21 al teatro Sannazaro. Claudio Domestico — è questo il suo vero nome — è una delle voci più intense del cantautorato contemporaneo. Attivo dal 2008, dopo svariate produzioni ha oltrepassato per la prima volta anche i confini nazionali, entrando recentemente nel mercato discografico francese e inglese. Il disco è composto da quattro nuovi brani scritti assieme al poeta e cantante Alessio Sollo. I suoi testi parlano d’amore partendo dall’assunto che «il verbo amare non esiste nel dialetto napoletano. Questo sentimento o concetto ha un suo senso compiuto solo come sostantivo: l’ammore».
Una dichiarazione d’intenti che trova massima espressione nella ballata Nu poco ‘e bene, nei cui versi traspare tutta la poetica del compaesano Sollo: «Pigliate nu poc ‘e ben / Pigliate o calor ‘e sta canzon / E nun cercà ‘e capì manc ‘e parol / Ma bast ca pe n’attim me sient / E nun se san sta ferita apert / Stai annanz ‘o fuoc e o cor nun s scarf». Una canzone dedicata alle prostitute costrette ogni giorno a vivere in una condizione di schiavitù e alla quali Gnut a marzo scorso ha dedicato una struggente serenata live nell’insolita veste di inviato speciale di Fanpage.it; un omaggio che ha emozionato l’intera comunità e il web. Ad accompagnarlo sul palco sarà una strumentazione ricca di elementi tradizionali, come mandolino, mandoloncello e contrabbasso.
È una delle voci più intense tra quelle dei giovani cantautori