Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Maria Pia De Vito «Se il jazz fosse nato qui?»

«A Napoli la prima fusione tra musica bianca e nera»

- Stefano de Stefano

E se il jazz fosse nato proprio a Napoli? L’intrigante ipotesi è contenuta nell’ultimo disco di Maria Pia De Vito, Moresche e altre invenzioni appena pubblicato dalle edizioni Parco della musica e registrato insieme all’ampio ensemble vocale Burnoguala. «È certamente una forzatura — spiega la cantante — definire jazz le composizio­ni del madrigalis­ta fiammingo Orlando di Lasso, attivo a Napoli da giovane fra i suoi 19 e 21 anni. Ma se la musica afroameric­ana è il risultato dell’incontro fra cultura nera e bianca, non c’è dubbio che il primo esempio di questo abbraccio ci sia stato proprio qui nelle sue composizio­ni rinascimen­tali, come ben argomenta il musicologo casertano Gianfranco Salvatore in un saggio di imminente uscita. In quel periodo infatti iniziavano a giungere i primi schiavi dall’Africa via Libia, che però a Napoli trovavano un’atmosfera di grande tolleranza, con tanti liberati dai rispettivi signori o affrancati grazie ai matrimoni con altre schiave».

Una presenza che generava nuclei generatori del jazz. «Per esempio — continua — l’evidente poliritmia, le forme “responsori­ali” tipicament­e africane e poi presenti anche nei successivi Gospel americani, e ovviamente anche le prime modalità improvvisa­tive, riscontrab­ili per esempio in brani come Lafia Calia eseguita nel disco con Rita Marcotulli al piano, o Giorgia namolada in cui suona Ralph Towner alla chitarra o Apra finestra in cui troviamo il griot malese Osumane Coulibaly alla kora e al balafon».

Ospiti importanti inseriti nel contesto coristico dei Burnoguala. «Il disco è nato grazie a loro, al lavoro che abbiamo iniziato a fare quando insegnavo a Santa Cecilia. Non volevo riproporre l’ennesimo repertorio di Spiritual, piuttosto indagare altre ipotesi. E avendo da 20 anni nel cassetto il materiale composto da di Lasso, che mi avevano lasciato colleghi napoletani, ho deciso di tirarlo finalmente fuori per farlo rivivere. Un modo per omaggiare anche il maestro Roberto De Simone, che per primo ha divulgato la musica rinascimen­tale a Napoli (pensiamo a Voccuccia de nu pierzeco qui riproposta) e al cui ascolto mi sono formata, iniziando io stessa con il suo repertorio alla fine degli anni ’70 in centri di ricerca e didattica come la Scuola Popolare di Montesanto».

Nuovo disco In «Moresche e altre invenzioni» faccio rivivere i madrigali di Orlando di Lasso

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