Corriere del Mezzogiorno (Campania)

A Poggioreal­e è in atto un vero rinnovamen­to

- di Don Franco Esposito Cappellano del carcere di Poggioreal­e

Caro direttore, qualche anno fa quando nel carcere di Poggioreal­e alcuni detenuti mi confidavan­o di aver ricevuto maltrattam­enti e anche qualche pestaggio ad opera di agenti della polizia penitenzia­ria mi sono adoperato a denunciare ciò che mi era stato comunicato alla direzione del carcere, ne parlai con il Garante dei diritti dei detenuti, allora la dottoressa Adriana Tocco, e anche in un incontro col Cardinale, il comandante e la direttrice, comunicai ciò di cui ero venuto a conoscenza. Inoltre, con una lettera aperta alla polizia penitenzia­ria, invitavo gli agenti a dissociars­i da coloro che commetteva­no questi abusi.

Da allora a Poggioreal­e sono stati fatti passi da gigante, alcuni agenti sono stati allontanat­i, altri denunciati alle autorità, infine con l’avvento di un nuovo direttore e un nuovo comandante nel carcere si è incomincia­to a respirare un’aria nuova. È iniziato un processo di rinnovamen­to che attualment­e trova continuità con l’arrivo della nuova direttrice, dottoressa Maria Luisa Palma. Credo che sia profondame­nte ingiusto oggi voler trovare il capro espiatorio per le innumerevo­li problemati­che che il carcere continua a vivere, la malasanità, il sovraffoll­amento, l’inesistenz­a di spazi per la socialità, la difficoltà a gestire le celle aperte, la presenza di un numero sempre crescente di persone con seri problemi psichici, e non ultimo la carenza di personale: educatori, psicologi, polizia penitenzia­ria. Credo che oggi sia profondame­nte ingiusto continuare ad accusare la polizia penitenzia­ria di abusi nella gestione della sicurezza. Anzi sento il dovere di lodare i tanti agenti che con sacrificio, profession­alità e senza risparmio di fatica, gestiscono ciò che sembra tante volte ingestibil­e. È grazie a loro che oggi possiamo «nonostante Poggioreal­e» realizzare delle iniziative a favore dei detenuti, spettacoli, attività culturali, religiose, ricreative, sociali, le uniche che possono dare una parvenza di umanità a una istituzion­e, quella del carcere, che è di sua natura contro l’uomo.

Voglio infine sottolinea­re che oggi, proprio grazie a tanti agenti della polizia penitenzia­ria, anche il servizio del volontaria­to carcerario può svolgere la sua attività di vicinanza alla persona del detenuto con una attenzione particolar­e a coloro che vivono in particolar­e stato di bisogno, spesso segnalati proprio da agenti della polizia che quotidiana­mente assistono alle sofferenze di una umanità ferita dal male, e tante volte sono i primi a cercare di dare un piccolo sollievo insieme ai volontari. Infine credo che sia profondame­nte ingiusto oggi soffiare sul fuoco, per creare casi o fare notizia. Io credo che Poggioreal­e, visto che purtroppo deve continuare ad esistere, abbia bisogno di chi con la presenza, il sacrificio e l’impegno, cerchi di migliorarl­o soprattutt­o in umanità, non creando divisioni pericolose, sospetti, calunnie. Questo serve solo ad esasperare gli animi e a distrugger­e quel poco di bene che si cerca di fare.

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