Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La Campania si riorganizz­a seguendo il modello veneto e pugliese

Assistenza quasi personaliz­zata con grande attenzione clinica e lavoro di presa in carico

- Di Gianluca Vecchio

Quello delle malattie rare è un vero e proprio universo, tanto sconfinato quanto complesso da gestire. Per i pazienti questo significa spesso vivere una condizione di solitudine, mentre per i clinici e per i tecnici che devono organizzar­e la rete assistenzi­ale la sfida si gioca sul terreno della prossimità e della capacità di creare un network di competenze. In questo senso, Campania e Puglia sono regini che hanno saputo fare molto.

L’esperienza della Campania è ben rappresent­ata da Antonella Guida, dirigente di staff tecnico operativo presso la direzione generale tutela della salute e coordiname­nto del sistema sanitario regionale.«Sul tema delle ma lattierare c’ è grande attenzione », spiega. «Del resto i pazienti hanno bisogno di un’assistenza quasi personaliz­zata, con una grande attenzione clinica e un pressante lavoro di presa in carico». Di qui nasce la profonda riorganizz­azione del sistema, anche sulla scorta del nuovo Dpcm che ha aumentato il novero delle malattie rare ricomprese nei Lea.

«Come Regione – prosegue Guida – è stato varato un decreto del Commissari­o ad acta che spiega come il paziente debba essere preso in carico tramite un Pdta che, in parole povere, chiarisce chi debba fare cosa».

Guida chiarisce anche che nella lotta alle malattie rare è cruciale il rapporto con le associazio­ni di pazienti, che per questo siedono al tavolo preposto. In regione si sta anche rafforzand­o un call center dedicato a pazienti e famiglie. «Alcune diagnosi conclude Guida - sono devastanti e in molti casi per fareu nadiagnosi serve una profonda anamnesi familiare».

Al dottor Giuseppe Limongelli è stato assegnato il ruolo di responsabi­le del Centro regionale di coordiname­nto sulle malattie rare. Ed è lui a spiegare che in Campania il numero di certificat­i di malati rari è di 20mila circa. Ma, verosimilm­ente, il numero dei pazienti è ben più alto.

Limongelli guarda al futuro con ottimismo. Sono ottimi segnali il Dpcm che ha aggiornato l’elenco delle malattie rare e la nascita degli European reference network (Ern). «Si tratta – spiega Limongelli - di centri riconosciu­ti dall’Europa, che aggregano le maggiori strutture d’eccellenza. Un vanto per la Campania è il fatto di avere 12 centri d’eccellenza riconosciu­ti dall’Ue, centri che fanno capo all’Azienda dei Colli, alla Federico II, alla Vanvitelli e al Santobono».

Altra regione che sulle malattie rare ha fatto molto è la Puglia. «Partendo nel 2003 dall’ auto candidatur­a–dice Giuseppina Annicchiar­ico, responsabi­le del coordiname­nto regionale per le malattie rare – abbiamo avviato la costruzion­e di un network oggi particolar­mente efficace». In pratica, nel 2003 si chiese ai vari ospedali di esprimere le proprie competenze, da allora il sistema si è evoluto implementa­ndo un registro che si basa su un solo sistema informativ­o (adottato oggi da 8 Regioni). «Quando si affrontano le malattie rare – prosegue Annicchiar­ico – fare rete è cruciale. In questo modo l’esperienza comune consente di lavorare sul piano as- sistenzial­e ed epidemiolo­gico, ma anche nell’ambito della ricerca».

L’idea è quella di avere un dettagliat­o quadro della situazione e riuscire in questo modo non solo a rispondere, ma a“predire” il bisogno assistenzi­ale .« Abbiamo dati omogenei da tutto il territorio regionale (ospedali e distretti socio-sanitari), tuttavia il nostro obiettivo è più ambizioso: essere prossimi al paziente e poterlo seguire in tutto il suo percorso, anche fuori regione. Oggi, se un paziente pugliese si sposta per curarsi, il servizio sanitario regionale ne rintraccia il percorso ». Tutte le regioni contribuis­cono con i propri flussi informativ­i ad arricchire il registro nazionale ed è grazie a questo sistema informativ­o sulle malattie rare che in Puglia, come in altre regioni, si è riusciti a passare al setaccio i centri e ad individuar­e i punti di forza nella cura dei pazienti.

«Ci siamo evoluti – conclude Annicchiar­ico - anche perché siamo stati la seconda Regione (dopo il Veneto, ndr) che in conformità con quanto sancito dall’Europa ha individuat­o i centri per la cura delle malattie rare negli ospedali di terzo livello. Lo abbiamo fatto mettendo al centro il paziente e il suo percorso di cura. Per questo è stata valorizzat­a la rete degli ospedale territoria­li collegati funzionalm­ente a quelli di terzo livello».

Il vanto

I dodici centri di eccellenza che sono riconosciu­ti dall’Ue

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 ??  ?? Giuseppe Limongelli Responsabi­le del Centro di coordiname­nto sulle malattie rare istituito nella regione Campania
Giuseppe Limongelli Responsabi­le del Centro di coordiname­nto sulle malattie rare istituito nella regione Campania
 ??  ?? Giuseppina Annicchiar­ico responsabi­le del Centro di coordiname­nto per le malattie rare istituito nella regione Puglia
Giuseppina Annicchiar­ico responsabi­le del Centro di coordiname­nto per le malattie rare istituito nella regione Puglia
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Dirigente di staff tecnico operativo presso la direzione generale tutela della salute e coordiname­nto sistema sanitario regionale
Antonella Guida Dirigente di staff tecnico operativo presso la direzione generale tutela della salute e coordiname­nto sistema sanitario regionale

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