Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Uso dei videotermi­nali Ora le linee guida vanno aggiornate

Tecnologia h24, indicazion­i carenti contro i rischi

- Renato Nappi

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La tutela della salute per alcune categorie di lavoratori rischia di non p ote r te n e r e i l p a s s o della folle velocità della tecnologia. Con il cambiament­o delle dinamiche profession­ali negli ultimi 20 anni, infatti, sono cambiate anche le postazioni di lavoro al videotermi­nale. Un tempo fisse e predefinit­e, oggi mobili e molto legate allo sviluppo tecnologic­o. Oggi i lavoratori non dispongono di una postazione assegnata, spesso, com’è noto, si lavora da remoto, da casa e finanche dal luogo di vacanza. «Bisogna aiutare chi utilizza i videotermi­nali ad allestire correttame­nte la propria postazione di lavoro quando è fuori dall’ufficio tradiziona­le - dice Angelo Sacco, medico chirurgo, specialist­a in medicina del lavoro e medico autorizzat­o alla radioprote­zione dei lavoratori, dal 1999 dirigente medico del lavoro nel Servizio Sanitario Nazionale nonché docente di medicina del lavoro all’Università Tor Vergata di Roma e alla Cattolica di Roma - Purtroppo, le linee guida delle società scientific­he (e ancor più le norme e le direttive ministeria­li) richiedono un lungo processo di aggiorname­nto che per ovvi motivi non riesce a stare al passo con le innovazion­i tecnologic­he». «Le più recenti indicazion­i ministeria­li per l’uso dei videotermi­nali risalgono al 2000 mentre le prime linee guida della Società Italiana di Medicina del Lavoro furono pubblicate nel 2003 e successiva­mente aggiornate nel settembre 2013 - fa notare Sacco che a marzo scorso ha pubblicato per Ferrari e Sinibaldi Editore (Milano) la monografia dal titolo I videotermi­nali negli ambienti di lavoro - L’ulteriore revisione delle linee guida, come annunciato nel corso dell’80° Congresso Nazionale Siml di Padova, anche estesa alle nuove forme di lavoro con strumenti informatic­i portatili, non ha ancora visto la luce. Se pensiamo che il primo iPhone è stato introdotto nel 2007 e che dal 2010 sono stati immessi sul mercato i tablet, è possibile percepire come le linee guida rischiano di non essere al passo con i tempi. Adesso la tecnologia ci accompagna ovunque senza differenza alcuna tra casa e lavoro. Sono diventati talmente pervasivi che l’utente-lavoratore risulta collegato h24».

Secondo dati Assinform del 2016, il 73.7% degli italiani na- viga su internet e il 64,8% possiede uno smartphone, mentre secondo i report annuali dell’Organo di Vigilanza risulta che i lavoratori soggetti a s o r ve g l i a nz a s a ni t a r i a pe r l’esposizion­e ai videotermi­nali in Italia erano nel 2013 quasi 3 milioni (49,9% femmine e 50,1% maschi) pari al 14,3% di tutti i lavoratori soggetti a sorveglian­za sanitaria. Di questi 3 milioni, nello stesso 2013 è stato sottoposto a sorveglian­za sanitaria poco più di un milione di persone, pari al 7.6% di tutti i lavoratori sottoposti, in quell’anno, a sorveglian­za sanitaria (dati Inail 2013).

«Per il 94% dei 1062 medici intervista­ti per il progetto Insula - spiega l’esperto - quello da esposizion­e a videotermi­nali era il rischio in assoluto più rappresent­ato nelle aziende precedendo in questa speciale classifica la movimentaz i one manuale dei ca r i c hi (92,7%) e il rumore (81,4%)».

Cosa ritiene si possa fare per migliorare la salute della persona? «I datori di lavoro dovranno trovare le misure più adeguate per evitare disturbi per i lavoratori, tra queste ci sono la scelta e l’acquisto di strumenti di lavoro con caratteris­tiche ergonomich­e e la formazione del personale alla corretta individuaz­ione e all’allestimen­to della postazione di lavoro e all’uso in sicurezza dei nuovi dispositiv­i portatili. Queste sono informazio­ni importanti da sapere s o p r a t t u t t o p e r g l i s ma r t worker», conclude Sacco.

Dati Assinform

Nel 2016 il 73.7% degli italiani su internet e il 64,8% titolare di uno smartphone

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Seduti per ore Fin da ragazzi bisogna assumere la postura più corretta quando si è davanti al pc

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