Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Salute dell’uomo lavorare in network
Infertilità, prostatiti e disfunzioni erettili, se n’è parlato a Salerno al tredicesimo congresso dell’Urop Lo specialista: «Troppi tabù e false informazioni, serve un’alleanza tra pazienti e medici di base»
Salerno per tre giorni caput mundi dell’urologia e dell’andrologia italiana. Si è chiuso sabato il tredicesimo congresso Urop, l’appuntamento multidisciplinare degli urologi dell’ospedalità a gestione privata, che ha tenuto banco dal 24 al 26 maggio. Una vetrina d’eccellenza di tutto ciò che è la salute del “pianeta uomo”, con la presentazione di esperienze cliniche e interventi chirurgici in sinergia con le avanguardie tecnologiche del mondo urol o g i co . Non s o n o mancat i spazi di confronto su argomenti particolarmente significativi della salute e del benessere uroandrologico. Molte anche le occasioni di formazione per i medici, con un dibattito approfondito e interdisciplinare su ciò che è oggi la medicina al maschile per definizione: un paradigma clinico certamente, ma necessariamente anche altro.
Stefano Pecoraro, direttore d i p a r t i me n t o d i u r o l o g i a gruppo Malzoni Neuromed di Avellino e presidente del con- gresso ha spiegato che «È cruciale riaffermare il valore del paziente. Bisogna abbattere i tabù sulle malattie urologiche, che ancora incredibilmente esistono. Per farlo occorre lavorare in network, in alleanza con i medici di medicina generale e con gli altri specialisti della salute per una gestione realmente integrata del benessere del paziente. Sono milioni le persone che in Italia soffrono di problematiche genitali e sessuali con una compromissione della qualità della vita personale e di coppia». Quali?
«Infertilità, prostatiti, disfunzioni erettili sono emer- genze comuni. Il messaggio che vogliamo lanciare è: vietato rassegnarsi e non curarsi. Abbiamo strumenti di prevenzione, di indagine, di cura sempre più efficaci.
Ogni fase della vita ha le sue problematiche e l’urologo è l’alleato della salute di tutti, anche in giovane età, perché la prevenzione resta il fattore decisivo per intercettare in tempo ogni tipo di patologia o disfunzione».
Per questo è essenziale comunicare efficacemente e Luca Carmignani, direttore dell’urologia all’Irccs Policlinico San Donato, Università degli Studi di Milano, mette l’accento su un altro problema: «Tutti vogliono saperne di più sulle malattie, sulla salute. In pochi anni siamo passati dalla medicina di Esculapio a quella del dottor Google. Oggi le fake news, le “bufale” viaggiano su internet con le stesse modalità della buona informazione. Anzi, in alcuni casi con più efficacia di come riescono a fare le riviste scientifiche, il giornalismo e l’attività delle società scientifiche. Noi medici dobbiamo fare uno sforzo decisivo per uscire dall’autoreferenzialità e misurarci con le richieste che ci ve n g o n o d a l l e p e r s o n e d i ogni età che cercano sul web le risposte sulla propria salute. Come urologi e andrologi abbiamo anche una funzione psicologica, oltre che clinica. I giovanissimi, per esempio, formano la propria sessualità principalmente sui siti porno e in età sempre più precoce: questo non può non avere conseguenze sulla percezione di sé e del sesso. Da quando non esiste più la leva militare obbligatoria – prosegue - i giovani maschi sono abbandonati a loro stessi per quanto riguarda la salute genitale. Sono pochissimi i genitori che comprendono il valore della visita uro-andrologica per gli adolescenti. Su questo, come specialisti, dobbiamo e possiamo fare molto a partire dalla comunicazione sui nostri siti web». Nei Paesi anglosassoni si sta facendo moltissimo per la comunicazione medico-paziente non solo in corsia, dove resta ovviamente strategica, ma anche su internet. «Ci vogliono anni per smontare una bufala – conclude Carmignani - si veda il caso vaccini-autismo o la truffa Stamina. Noi medici abbiamo l a re s ponsabilit à di r i - spondere ai pazienti con tutti i mezzi che la tecnologia ci offre. È finito il tempo in cui il dottore si chiudeva nel suo ambulatorio, oggi deve saper parlare e spiegare anche sul web. È l’unico antidoto alla falsa scienza che imperversa sulla Rete».
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È finito il tempo in cui il dottore si chiudeva nel suo ambulatorio, oggi deve saper rispondere ai pazienti con tutti i mezzi della tecnologia