Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Glaucoma, c’è la nuova terapia La molecola che protegge la vista
La ricerca si sposta verso sostanze ad azione antiossidante e bioenergetica
Si chiama «neuroprotezione» ed è una delle novità più interessanti nella lotta al glaucoma. A parlarne è Paolo Lepre, già responsabile di Unità funzionale di oftalmologia e past president dell’associazione campana glaucoma. Serve però una premessa, è importante chiarire in cosa consiste questa malattia che colpisce circa 600mila persone in Italia e avrà, secondo le ultime stime, un incremento superiore al 30% nei prossimi vent’anni.
«Il glaucoma – spiega Lepre – è una malattia oculare correlata nella maggior parte dei casi ad un aumento della pressione dell’occhio. In condizioni normali all’interno dell’occhio è presente un liquido (umore acqueo) che viene continuamente prodotto e riassorbito. Se questo meccanismo non funziona e aumenta la pressione all’interno dell’occhio, a lungo andare il bulbo si danneggia a livello della testa del nervo ottiPer co (che si trova nella zona centrale della retina)».
In linea di massima l’aumento dei casi di glaucoma è legato all’aumento della vita media, ma questo incremento non è uguale da regione a regione: le ultime stime disponibili individuano il 48% circa dei pazienti glaucomatosi nelle regioni del Nord Italia, mentre il 24% nel Centro Italia e il 28% nelle regioni del Sud. tutti i pazienti, però, resta il problema di dover fare i conti con una malattia che incide notevolmente sulla qualità di vita, persino quando viene curata. Le terapie, infatti, sono croniche e a lungo andare possono provocare qualche fastidio.
«La ricerca – prosegue Lepre - sta facendo passi in avanti e oggi gli oculisti hanno a disposizione un’opportunità terapeutica in più: la neuroprotezione, da affiancare sempre e comunque alla terapia ipotonizzante, cioè quella che abbassa la pressione dell’occhio».
Anche se la riduzione della pressione oculare rappresenta il “gold standard” per il trattamento del glaucoma, varie ricerche stanno puntando ad altri approcci terapeutici che agiscano sulla cosiddetta «cellula ganglionare» della retina, parte del nervo ottico.
«Il glaucoma – prosegue lo specialista - è una neuropatia ottica cronica progressiva che condivide alcune caratteristiche con altre malattie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer ed il morbo di Parkinson. È ormai aperta la via alla terapia farmacologica della neuroprotezione, ovvero alla terapia capace di proteggere le cellule ganglionari da una morte precoce. La ricerca, infatti, si sta spostando sempre più verso sostanze con capacità di neuro-modulazione o “neuroenhancement”. A mio avviso la neuroprotezione è un supporto indispensa- bile e andrebbe applicata in tutte le forme di glaucoma perché arreca un reale beneficio al paziente evitando la progressione drammatica della malattia».
Tra le varie sostanze ad azione anti-ossidante e bioenergetica, il coenzima Q10 è considerato una delle molecole più promettenti da affiancare alla terapia tradizionale del glaucoma.
Si tratta di una molecola simile ad una vitamina che ha un ruolo nei meccanismi di rimozione dei radicali liberi. Alcuni studi sperimentali hanno dimostrato che esercita un’attività neuroprotettiva ed è stato ampiamente studiato in varie forme di neurodegenerazione come la malattia di Parkinson, il morbo di Alzheimer e la corea di Huntington. Studi recenti hanno dimostrato l’impatto positivo del coenzima Q10 che attualmente viene utilizzato per via topica in gocce con la possibilità di raggiungere la retina, il nervo ottico e le fibre nervose attraversando rapidamente camera anteriore, cristallino e vitreo.
Dolente per la Campania, infine, è il dato relativo alla diagnosi in quanto allo stato attuale non sono molti i centri d’eccellenza sul territorio. Così, in alcuni casi è possibile che si arrivi tardi ad una diagnosi corretta perché i pazienti campani hanno difficoltà a rivolgersi a centri di eccellenza per la cura del glaucoma.