Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Presidio pro-Mattarella E rispunta Bassolino
Tra i dem la preoccupazione dei neoeletti per il rischio di tornare alle urne presto
NAPOLI Quando arriva la notizia che il governo Cottarelli potrebbe saltare e che si aprirebbe la finestra del voto a luglio, Piero De Luca alza gli occhi al cielo e esclama: «Questi sono matti». Basta guardare le facce per capire, durante il presidio del Pd in difesa della Costituzione, chi è parlamentare in carica e chi, invece, è stato silurato dal voto popolare. Via Santa Brigida, sotto la sede del Partito democratico regionale, si manifesta solidarietà al presidente della Repubblica. Non sono in tantissimi, per usare una litote. Aldo Cennamo, comunista di lunga pezza, fotografa: «È il nostro attuale stato di salute».
Eppure a un certo punto tra vecchie e nuove glorie si palesa Antonio Bassolino, che la tessera del Pd non ce l’ha più, ma che in questo frangente mette da parte rancori. È stata la segretaria regionale, Assunta Tartaglione ad invitarlo. E poi ci ha pensato anche Tommaso Ederoclite, presidente dei dem provinciali a fargli una telefonata, sintomo che il momento ha bisogno di saggezza. «Ha ragione il mio barista: o’ capitone è sciuliato a mano a tutti quanti. Servono nervi saldi e senso di responsabilità — dice —. Abbiamo due mezzi vincitori anche per via di questa pessima legge elettorale che assieme non hanno fatto un vincitore». Bassolino in qualche modo fa capire che la partita più astuta l’ha giocata Matteo Salvini che nel frattempo è volato nei sondaggi e ora vuole correre al voto. «La situazione è tale che nessuno può tirarsi fuori e può fare il maestrino con gli altri. Il Pd che abbiamo fondato non è più lo stesso».
E dunque? A cosa pensa? Ad un fronte repubblicano, popolare, ad un allargamento fino a Berlusconi? «Lo spazio vero è quello dei senzacasa e i senzatetto che sono rilevanti. Solo con una trasfusione di sangue si va oltre il Pd e Leu che insieme non arrivano al 20 per cento. Berlusconi fa Berlusconi, la sinistra fa la sinistra. Se ognuno facesse il suo mestiere andrebbe meglio». E il leader? È Gentiloni? «La mia stima per Gentiloni è nota, bisogna capire che processo politico incardinare, penso che la strada sia quello di un nuovo largo e inclusivo centrosinistra e Gentiloni è una delle figure più importanti. Pensare a un Macron italiano è una sciocchezza».