Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La regola: acquistare negli store ufficiali
Non dare credito alle leggende metropolitane, grandi affari non esistono
NAPOLI La regola aurea è sostanzialmente una: fare i propri acquisti nei negozi «sicuri». La it-bag dei propri sogni, o qualsiasi altro articolo griffato, se viene acquistata nella boutique monomarca della maison di certo non è un tarocco.
Il principio vale soprattutto per le borse, gli accessori e l’abbigliamento Louis Vuitton, prodotti che vengono venduti solo negli store dell’azienda. Nessun altro brand ha questa caratteristica e dunque in questo caso se il prodotto si trova in un outlet, in una boutique o su un sito che non è quello della maison si è di fronte ad un falso. Certo ci sono le borse vintage, e qui si deve affinare la propria capacità di conoscenza del prodotto. Le borse Louis Vuitton in genere hanno le iniziali centrate e non tagliate, rifiniture raffinatissime e sono realizzate con un unico pezzo di canvas.
L’altro elemento che fa la differenza è il costo, che deve essere invariabilmente alto. Affari non se ne fanno. E tutto quello che vi hanno raccontato in materia è una assoluta leggenda metropolitana. Gli opifici nel Napoletano e in provincia di Firenze che realizzano borse per Dior, Gucci, Chanel e altre grandi griffe internazionali non hanno una produzione parallela realizzata con la pelle che avanza dalle commesse ufficiali. Le aziende che delegano la realizzazione di una parte della propria produzione forniscono agli opifici una quantità di pelle misurata, che corrisponde ad un certo numero di borse con relativi ganci e accessori per le rifiniture contati minuziosamente. Dunque non ci sono avanzi e una eventuale borse difettata, con cuciture imperfette, deve essere restituita all’azienda e non viene messa certo in vendita ad un pezzo scontato.
Altra leggenda metropolitana, le partite di borse rubate. Quelle che vi stanno proponendo sono borse contraffatte, non certo esemplari veri svenduti a pochi euro. E si sappia che chi compra eventualmente merce rubata può rispondere dell’accusa di ricettazione.
Certo è che il mercato dei falsi è diventato sempre più raffinato. Le grandi maison collaborano con le forze dell’ordine per dare loro le linee guida per individuare i tarocchi. In ogni città aziende come Louis Vuitton mettono al servizio degli investigatori della Guardia di Finanza e delle altre forze di polizia un team di esperti per training che si ripetono ciclicamente. Ci sono particolari specifici per capire se una borsa è autentica.
I lucchetti della Birkin di Hermès recano un numero e sono bombati ai lati, i rombi della desideratissima 2.55 di Chanel sono sempre in numero dispari e la taschina sul retro è perfettamente proporzionata alla borsa, che avrà sull’intreccio della chiusura la C rivolta verso destra che passa sopra quella rivolta verso sinistra e quella rivolta verso sinistra che passa sopra quella destra, ma in basso.
Occhio al logo delle borse Prada, con le A dall’andamento irregolare fra loro, e a quello di Fendi che ha una certificazione interna, un codice stampato sulla pelle dove lettere e loghi sono sempre allineati e regolari oltre che incisi e non stampati.